Roma-Porto 3-2 - Scacco Matto - Pressing alto, duello Mancini-Omorodion e lo sfondamento a sinistra
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PRESSING E LINEA DIFENSIVA - La Roma parte subito forte in pressione per infastidire la costruzione del Porto. I lusitani sono così costretti al lancio lungo per Omorodion e Mancini gioca un ruolo chiave: deve disinnescare l'attaccante avversario e lo fa aggredendolo fin da subito. L'attaccante riesce a segnare, ma solo sfruttando un errore di Svilar e, nella ripresa, una disattenzione di Ndicka, non di Mancini, sempre attento. Celik, invece, oltre a coprire Mancini, si occupa anche di seguire Pepè con diligenza, annullandolo.
UN TRENO SULLA FASCIA - La Roma costruisce spesso a 4, con Angelino che si abbassa a fare il terzino e Pellegrini che si allarga un pochino. I giallorossi manovrano in mezzo per poi trovare sbocco lateralmente. Ovviamente, la fascia più calda è quella sinistra, dove Angelino fa da settimane il bello e il cattivo tempo. Questa volta, a farne le spese è Joao Mario, asfaltato dalle incursioni del terzino spagnolo, che sforna cross a ripetizione. El Shaarawy deve quindi stare attento a non squilibrare la squadra, rimanendo un pochino più basso quando Angelino si alza (quindi molto spesso).
IL LAVORO IN MEZZO AL CAMPO - A centrocampo, la Roma ha la meglio grazie all'intelligenza di Paredes e, soprattutto, alla presenza di Koné. Il francese è ovunque e, oltre a portare palla in avanti, va subito in contrasto ed erige un muro contro cui i lusitani sbattono spesso e volentieri. Pellegrini lavora creando collegamenti con Angelino, Shomurodov e Dybala mentre la Joya è il cambio di marcia, il prescelto per illuminare le menti di tutti coloro che hanno la fortuna di vederlo giocare. Galleggia sulla trequarti ma fa, fondamentalmente, ciò che vuole, con la consapevolezza che nessuno è in grado di dargli veramente fastidio. Gli avversari provano a scalciarlo, ma senza troppa fortuna.
IL ROSSO - L'espulsione di Eustaquio cambia le carte in tavola e agevola ulteriormente la Roma. Anselmi si mette con il 4-3-2, fa entrare Borges e lo schiera al fianco di Omorodion, inserisce il piccolo fenomeno Mora a centrocampo, ma riesce a combinare ben poco. Il Porto, infatti, si rende pericoloso solo su errori giallorossi, come quando Ndicka manda in porta Omorodion, o come quando Rensch si butta la palla in rete da solo. Con il Porto che si deve allungare, Ranieri butta nella mischia Pisilli al posto di uno stanco Pellegrini, contando sulla capacità del giovane giallorosso di inserirsi negli spazi e, così, arriva il gol che chiude i giochi.
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