Rosella Sensi: "Il presidente deve essere pronto a ricevere le critiche"
Intervistata durante la trasmissione Te la do io Tokyo su Teleradiostereo, Rosella Sensi, sindaco di Visso ed ex presidente della Roma, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
Anche lei è andata allo stadio con una forte contestazione, ma ci ha sempre messo la faccia.
«Ho avuto un grande maestro come mio padre. Le contestazioni non ci facevano piacere, papà era spesso rattristato e quando ha vinto lo scudetto mi chiedeva "Ora li ho fatti felici?". Ma lui mi ha insegnato a metterci sempre la faccia, anche quando non era piacevole e quando non te lo meriti. In una delle ultime partite allo stadio un signore di 60 anni era rosso e mi urlava "Te ne devi andare". Io piangevo ma stavo li. Ho visto anche Dino Viola contestato allo stadio. Il presidente deve essere pronto a ricevere le critiche, deve essere un ombrello per tutta la società nei momenti difficili per garantire equilibrio al club. I Friedkin hanno scelto di non parlare, una decisione presa sin dall'inizio che ha portato anche alle vittorie come la Conference».
La presidenza Sensi aveva un organigramma ricco.
«Non era di certo a conduzione familiare come diceva qualcuno. Non bisogna pontificare i Sensi adesso, c'è chi lo ha sempre fatto e chi se lo è dimenticato».
Nell'anno in cui la Roma sfiorò lo scudetto nel 2009 ci fu l'esonero di Spalletti dopo tre giornate. I senatori Totti, De Rossi e Perrotta volevano Mancini. Lei portò Ranieri. Cosa vi ha portato a scegliere lui e non l'ex laziale?
«Io avevo Bruno Conti, Daniele Pradè e Cristina Mazzoleni che erano colonne portanti oltre che persone amiche. Era un momento difficile e bisognava studiare la scelta migliore anche a livello progettuale. Tutti insieme abbiamo scelto Ranieri e non solo perché era romano e romanista. Vanno valutati diversi parametri, poi si può sbagliare».
Lei lo richiamerebbe oggi Ranieri?
«Non conosco il carattere dei giocatori attuali, non saprei dire se si sposano con Ranieri. Bisognerebbe studiare prima quello».