Totti, il peso del fuoriclasse
Il problema della Roma è Francesco Totti. Non si muove, fa troppi colpi di tacco, gioca solo di prima. E ancora: perché rinnovare il contratto per altri 4 anni se ormai è finito, addirittura è un raccomandato e calcisticamente ha delle lacune. A fare questi commenti non sono tifosi della Lazio, che da sempre invidiano alla Roma il suo capitano, ma sono alcuni ragazzi che sin da bambini hanno dato per scontato l’avere Totti in squadra. O gente in malafede. Chi ha più di 25 anni sa che la Roma è stata altro. In tutta la sua storia non ha mai avuto un calciatore così forte, ma ha sempre avuto gregari, che venivano osannati dalle folle per l’impegno con al massimo 3-4 buoni giocatori. Nel pre-Totti, senza andare alla squadra che vinse il secondo scudetto o addirittura ancora più indietro, i più importanti giocatori giallorossi sono stati senza dubbio Rudy Voeller e Aldair. Per il resto, tra la fine degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90, la Roma aveva tanti portatori d’acqua, come Bonacina, Piacentini, Gerolin, Di Mauro ed il massimo obiettivo era il quinto posto, all’epoca ultima posizione utile per andare in coppa Uefa. I tifosi della Roma amavano la squadra, la seguivano indipendentemente dai risultati, dagli allenatori, dai presidenti che di volta in volta si succedevano. Il Commando Ultrà ha fatto parlare di sé in tutto il mondo e la tifoseria romanista era riconosciuta da chiunque come la migliore, per passione e amore verso i propri colori. Oggi le cose sono diverse: ognuno porta acqua al proprio mulino. Non basta avere una grande squadra, che lotta quasi ogni anno per il titolo, capitano e vice tra i più grandi giocatori al mondo e non solo nei rispettivi ruoli.
Anzi, sono loro i capri espiatori: quando le cose vanno male, si comincia a dire che Totti non è un leader, che è vecchio e che bisogna trovare alternative valide. Contro il Bologna, come sempre, l’ultimo a mollare è stato proprio il numero 10 giallorosso: trascinando la squadra con la sua classe e la sua voglia di vincere e rimanendo in partita sino alla fine. Fisicamente, sembra stare meglio della maggior parte dei suoi compagni; eppure tra una settimana compirà 34 anni, ma sembra non sentirli affatto. Se la difesa romanista non copre gli spazi agli avversari come faceva lo scorso anno, se il centrocampo non fa filtro ed i mediani non sono in forma, se davanti le giocate migliori partono sempre da sue invenzioni, qual è la colpa di Totti? Amare troppo questa squadra e questa città? Aver realizzato il sogno di tutti i tifosi romanisti di giocare ed essere capitano del club che da sempre sostiene? Ah, un’altra obiezione gli viene rivolta: fa troppi spot. Quelle pubblicità non servono solo all’immagine del capitano romanista, ma sono anche un ritorno economico e di marketing per tutta la società Roma. Stesso discorso vale per De Rossi. Si dice: è distratto da problemi personali, vendiamolo e facciamo campagna acquisti con i soldi ricavati. Sono 2 anni che non è più lui. Certo, "capitan futuro" non sta giocando al massimo del suo potenziale, commette qualche errore di troppo in fase d’impostazione, cioè un ruolo non suo ma che per amor di maglia fa senza fiatare, ma il valore del calciatore non dovrebbe esser mai messo in discussione. Invece lo si fa, salvando sempre quelli che magari ci mettono tanto impegno, ma che neanche tra mille anni avranno le doti tecniche dei nostri. Questo è il destino dei romani in casa loro, purtroppo. Come dicevano i latini: Nemo propheta in patria!