Conferenza stampa - Brighton, De Zerbi: "Dobbiamo crederci ma soprattutto giocare meglio. Il 4-0 dell'Olimpico ci fa ancora male"
Alla vigilia di Brighton-Roma, match di ritorno degli ottavi di Europa League, l'allenatore del club inglese Roberto De Zerbi interverrà in conferenza stampa dal centro di allenamento di Lancing "American Express Elite Performance Centre". Vocegiallorossa.it seguirà LIVE l'evento. L'inizio della conferenza è previsto per le 15:00. Con De Zerbi parlerà anche l'attaccante Danny Welbeck.
Dopo Fiorentina-Roma Fabio Capello ha detto di aver visto la squadra di De Rossi un po' stanca, questo può essere un vantaggio per il Brighton?
"Non lo so, noi dobbiamo fare il nostro meglio. So solo che noi dobbiamo giocare e prepararci nel migliore dei modi".
Nelle ultime partite avete segnato poco, state lavorando su questo?
"È vero che nelle ultime cinque partite non abbiamo segnato molti gol, ma abbiamo anche creato molte occasioni. Il mio lavoro è concentrarmi su quello che posso fare per la squadra. Abbiamo commesso errori negli ultimi metri, però noi dobbiamo lavorare sul creare le occasioni. Io posso aiutare i miei giocatori a usare bene gli spazi del campo, a cercare spazi, andare tra le linee e poi andare in porta. Poi tocca ai giocatori stessi segnare".
Un'eventuale rimonta sarebbe qualcosa di storico, questa è una motivazione in più?
"Io penso che in ogni caso questi giocatori andranno ricordati per quello che hanno raggiunto fin qui al Brighton. A prescindere dal risultato di domani, avranno fatto un bel lavoro. Domani dobbiamo pensare a giocare e poi vedremo".
I tifosi ci credono, quanto è importante per lei e quanto può aiutare per domani?
"Noi dobbiamo crederci ma soprattutto andare in campo e giocare. Non importa quello che diciamo, l'importante è quello che facciamo in campo".
Qual è stata la rimonta più grande che ha fatto da calciatore o allenatore?
"Potrei citare una partita di quando ero allenatore del Foggia. Perdemmo la partita di andata 5-0 o 5-1, non ricordo, e al ritorno abbiamo vinto 6-1. La situazione però era diversa. Qui ci troviamo di fronte una squadra molto difficile come la Roma, che è un grande allenatore. Ho guardato la partita contro la Fiorentina e hanno giocato bene, e anche nelle loro ultime partite 4-5 partite hanno sempre fatto bene. Meritano di essere dove si trovano".
Il 4-0 dell'andata come è stato accolto in Inghilterra? Ci sono differenze rispetto all'Italia su come viene accolta una sconfitta del genere?
"Sono italiano e sono abituato a leggere i giornali italiani, non leggo i giornali inglesi. Io mi concentro sui miei giocatori e ovviamente non eravamo contenti di questa sconfitta. Abbiamo avuto le stesse occasioni della Roma, ma la Roma ha segnato e noi no. Noi non siamo abituati a giocare queste competizioni. A Roma non abbiamo giocato da Brighton. Non voglio parlare delle assenze, chi c'era poteva fare meglio. Domani dobbiamo giocare da Brighton. Non siamo una squadra grande ma dobbiamo fare meglio dell'andata".
Dopo la sconfitta dell'andata ha parlato di una lezione per tutto il club, cosa voleva dire?
"A me piace dire delle verità, a volte sono scomode, altre brutte da accettare. Prima di tutto, metto me stesso sul banco degli imputati nelle sconfitte. Quando le cose non vanno bene, sono il primo a mettermi in discussione. Credo che l'andata debba essere di scuola per tutti, per me, per i giocatori, per lo staff medico e per il club. Potevamo fare qualcosa di meglio. Sempre si può fare qualcosa di meglio. Quello che dico alla stampa lo dico sempre ai miei interlocutori, quindi non dico niente di male. Ma devo dire la verità anche quando è scomoda".
Quanto margine di miglioramento c'è ancora? Non avere più niente da perdere può "liberare" i giocatori?
"Se la domanda è quanto margine di miglioramento personale ho, la risposta è tantissimo. Perché lavorare nella difficoltà estrema comunque ti migliora e fortifica. Il miglioramento sui giocatori c'è sempre finché c'è la volontà di seguire l'allenatore e su questo non ho mai avuto dubbi. Questi giocatori mi hanno sempre seguito, secondo me anche fin troppo. Nel senso che io lascio libero i giocatori, poi quando mi seguono mi fa piacere. Sull'essere più liberi domani non lo so. Credo che stiano meglio fisicamente e che riusciremo a giocare liberi mentalmente. Poi quello che sarà domani sarà. Il risultato dell'andata ha condizionato il risultato di domani".
Per caricare l'ambiente Verbruggen ha detto che vincerete 5-0, ma secondo te quante possibilità avete di qualificarvi? Se non vi qualificherete a una competizione europea per il prossimo anno, quale sarà il tuo futuro?
"Non sapevo lo avesse detto, questo conferma che non leggo. Non so neanche cosa scrivete voi in Italia, cose vere o cose dettate da altri canali. Non lo so e non mi interessa neanche quello che ha detto un mio giocatore. Contano i fatti. Per vincere 5-0 devi fare 5 gol e non prenderne neanche uno. Con questa Roma quindi devi fare molto più che una partita ottima per fare questo risultato. Quindi sono parole che lasciano il tempo che trovano. Sul futuro, invece, non lo so. Ho un contratto qua. Ho un buon rapporto con tutti, i giocatori, il presidente, chi lavora nel club. La competizione che si gioca non mi fa cambiare idea. Eventualmente mi fanno cambiare idea altre cose".
Giocare in casa può aiutare i tuoi giocatori?
"Non lo so. Credo di sì. Abbiamo preparato la partita. Il 4-0 di Roma ci fa male ancora. Siamo tutte persone perbene e che amano questo lavoro. Abbiamo già avuto una reazione domenica. Noi abbiamo giocato in altri stadi importanti con atmosfere calde come l'Olimpico. In Europa a volte l'abbiamo pagato, in Inghilterra no. Non ricordo partite giocate in Inghilterra in cui abbiamo sofferto come a Roma. Penso che la prossima volta arriveremo in un altro modo".
Quale sarà il tuo ruolo domani? Puoi aiutare la squadra a credere nella rimonta?
"Ho esperienza e credo che l'esperienza conta. Si impara sempre, quando hai l'esperienza giusta puoi dare consigli ai tuoi giocatori. Con il tempo queste partite diventano un'abitudine. Per me è normale, io spero di vedere una bella partita ma so che sarà difficile".
All'Olimpico c'era un'atmosfera incredibile, cosa può dare l'Amex al Brighton?
"Sicuramente i tifosi ci aiuteranno, come sempre. Prima però dobbiamo giocare noi bene in campo, poi i tifosi ci daranno una mano in più. Spero faremo una buona partita".
Sei contento del ritorno di Enciso?
"È tornato. Ha giocato di nuovo. Sembra abbia voglia di fare tante cose subito. È una bella cosa che sia tornato, sappiamo tutti le qualità che ha. È stato difficile per lui essere fuori 6 mesi, adesso è tornato e ha ripreso ritmo. È un gioiello, aiuta tanto la squadra e sono felice sia tornato".
In Italia sei considerato un allenatore molto divisivo, cosa ne pensi?
"Non sono una persona che sta nel mezzo, quella che ama il grigio. Cerco sempre di prendere posizione e di essere corretto con tutti. Mi piace scegliere da che parte stare e chi essere. Io credo che nella vostra categoria (i giornalisti, ndr) ci sono tante persone non corrette. Io non sono mai andato al compromesso, non ho mai chiamato qualcuno e non sono mai sceso a compromessi voluti da qualcuno e queste persone hanno accentuato questo mio essere divisivo. Creando paragoni, creando fazioni tra giochisti e risultatisti. Io ho sempre cercato di lavorare con passione e rispetto nei confronti di tutti. Non sempre nella vostra categoria ci sono persone oneste e corrette e anche competenti. Quando ho trovato queste persone, non ho cercato un punto d'incontro. Potete scrivere quello che volete, chiaramente mi dispiace perché la mia famiglia è in Italia ed essere così divisivo non lo trovo giusto. Lo fate voi, non i tifosi. Io parlo della categoria. L'essere divisivo dipende da voi, da come raccontate voi le cose, le vostre verità. È quello che mi fa essere divisivo. Io ho sempre rispettato tutti. Però in qualche giudizio non c'è correttezza, non solo nei miei confronti. Secondo me questa divisione è accentuata da voi quando parlate di giochisti e risultatisti. Questo magari avviene anche in modo non del tutto trasparente, perché magari qualche persona scorretta tra voi c'è. E quindi questa cosa si è accentuata. Che io sia divisivo per mie scelte ok, ma poi è stato accentuato da parte di vostri colleghi. Io rispetto quasi tutti della vostra categoria. Quelli che non rispettano gli altri, non li rispetto. Non parlo con loro, non concedo interviste e non scendo a compromessi".