Lecce, Giampaolo: "Ranieri è un fuoriclasse della panchina e della comunicazione"

L'allenatore del Lecce, Marco Giampaolo, è intervenuto durante la conferenza stampa di presentazione alla partita contro la Roma, in programma sabato alle ore 20:45. Ecco le sue parole:
La pausa per le nazionali?
“L’aspetto più importante è che quando tornano i giocatori dalle Nazionali ritrovino il mood del campionato. Nella sosta ci sono modi diversi di vivere le cose, bisogna catapultarsi mentalmente nella partita da giocare. Io devo entrare subito nel merito della gara da giocare, spostando l’attenzione tutta su di essa. I ragazzi devono resettare quanto fatto fino a ieri”.
Gli esterni?
“A Genova ho detto di aver sostituito Pierotti e Morente con altri elementi non abilissimi nel gioco aereo per dare un messaggio, per non giocare più palla alta ma a terra. Ho cinque esterni, quattro su cinque giocheranno. Chi parte dall’inizio dovrà fare il meglio e chi subentrerà ancor di più. L’importante è che chi gioca faccia la prestazione”.
I giocatori rimasti ad allenarsi a Lecce durante la sosta?
“Devo dire che quelli che sono rimasti si sono allenati bene. Hanno fatto una buona settimana e più di uno mi ha dato segnali positivi. Qualcuno, per partecipazione ed impegno, ha fatto meglio di quanto stava facendo. I volumi di lavoro vengono quotidianamente scaricati. Oggi è difficili possa sfuggire qualcosa con i mezzi che ci sono, poi c’è l’aspetto mentale traducibile nella partecipazione”.
Il periodo negativo?
“Una squadra che non fa prestazione è palesemente morta. Quando fai la prestazione ma non porti a casa il risultato ci sono tanti fattori, tra cui l’avversario, magari si lotta ma si lotta male, facendo fasi ma facendole male. Quando sei al 100% molto probabilmente vinci, è difficile esserlo. Quindi quando non lo sei e perdi non è questione di non aver lottato. A Genova siamo stati disattenti, abbiamo messo l’avversario nelle condizioni di fare quelle cose. Se la squadra non ha gli attributi sarò il primo a dirlo”.
La Roma?
“Ranieri oltre ad essere un fuoriclasse della panchina è un fuoriclasse della comunicazione. È un grande allenatore, di esperienza e abilità. La Roma ha fatto dieci vittorie e tre sconfitte nelle ultime tredici, quindi sa benissimo che, per di più nella settimana post sosta, l’attenzione deve essere mantenuta alta, quindi è giusto lanciare dei segnali”.
Il match di andata?
“Nell’occasione sbagliai io tatticamente, per alcune scelte. Me l’assumo io lì la responsabilità di quella sconfitta. Da lì la Roma è migliorata, ha alzato il livello, Ranieri ha fatto giocare giocatori di qualità il più possibile. Noi abbiamo in questi mesi cercato di migliorare il più possibile. Abbiamo fatto un percorso migliorabile, recuperando giocatori, ma è pur sempre una valutazione parziale. Possiamo perdere, ma siamo più squadra di prima. Lo ribadisco. Poi si può e si deve far meglio”.
Su cosa avete lavorato in queste due settimane?
“In queste due settimane abbiamo fatto lavoro tecnico, fisico e di principi di gioco. Anche questi giorni in cui si sono aggregati gli altri”.
Lo stato del terreno di gioco?
“Nella mia esperienza si diceva che quando il campo è pesante devono giocare quelli altri e forti. In passato però ho fatto il contrario. Nel 2005, Ascoli-Milan, venne giù il diluvio ed io giocai con una squadra leggera perché quella avevo. Pareggiammo, quindi non ci credo. Il calcio è cambiato, non si gioca sulla terra”.
Cambio modulo?
“Lo abbiamo già fatto un cambio modulo. A Venezia, a Roma, quando uso una mezzala o un mediano tattico lo facciamo. Voi lo leggete 4-3-3, questa squadra non ha mai giocato con il 4-3-3”.
Gaspar?
“Ha giocato due volte 90 minuti, ha fatto un warm-up. Domani vediamo chi giocherà. Intanto è importante che abbia giocato così tanto, abbia dato delle risposte, si sia mostrato pronto per la sua crescita”.
Rebic?
“In queste due settimane si è allenato molto bene. Nel periodo precedente non posso dire si sia allenato male, ma non si è allenato con la cattiveria in cui lo ha fatto in questi ultimi 15 giorni”.
La lotta salvezza?
“Non faccio nessun tipo di calcolo, bisogna giocare ogni partita come fosse l’ultima. Ai giocatori dico che non bisogna pensare che non bisogna perdere, che bisogna pareggiare. Bisogna scendere in campo per dare il massimo, senza nessun tipo di masturbazione mentale. Non devi avere rimpianti. Poi non sono il profeta del giorno dopo, dopo è facile”.
Che atteggiamento si aspetta dalla squadra?
“La squadra deve mettercela tutta, dare il massimo sempre. Ai tifosi chiedo di sostenerci sempre, fino all’ultimo minuto, poi al 95esimo se ci saremo meritati i fischi è giusto la gente ci fischi. Bisogna essere consapevoli che questa squadra dovrà soffrire fino all’ultimo, se io o la squadra non siamo consapevoli di ciò vuol dire che non siamo qui”.
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