Focus on Atalanta - Torna l'intensità e in casa della Juventus finisce 1-1. Gasperini-Gomez, pace rimandata
Pareggio con gol all'Allianz Stadium di Torino tra la Juventus e l'Atalanta, match tirato e intenso al termine del quale gli uomini di Gasperini, prossimi avversari della Roma di Fonseca domenica alle ore 18, portano a casa un punto meritato per ciò che si è visto sul terreno verde.
COSÌ IN CAMPO – Partiamo dagli schieramenti. Pirlo manda il campo i bianconeri con il solito 4-4-2, modulo fluido in fase offensiva, con gli interpreti sempre pronti ad intercambiarsi. Szczesny tra i pali, linea a quattro composta da Cuadrado, de Ligt, Bonucci e Danilo. A centrocampo, McKennie e Chiesa si prendono le corsie esterne, con l'americano molto più propenso a buttarsi in mezzo al campo con l'avanzare di Cuadrado, mentre al centro agiscono Bentancur e Arthur (infortunatosi nel corso del primo tempo). In avanti, la collaudata coppia Morata-Ronaldo. Gasperini risponde con un 3-4-1-2. Djimsiti, Romero e Palomino a protezione di Gollini, Hateboer e Gosens sulle fasce, mentre in mediana ci sono de Roon e Freuler. In avanti, Pessina dietro a Malinovskyi e Zapata, con l'ucraino, a differenza di quanto si pensasse, spesso sulla stessa linea del centravanti.
CORTI E AGGRESSIVI – Il leitmotiv di tutta la gara è rappresentato dalla pressione sul portatore di palla, sia da una parte che dall'altre. Le due squadre, fin dalle prime battute aggrediscono alte e cercano di non far sviluppare la manovra agli avversari. I 22 uomini in campo si trovano spesso condensati in 30-40 metri e si spostano come un blocco unico, rapido e reattivo. Difficilmente si assiste a grandi azioni corali e tutte le più importanti occasioni, comprese le due reti, sono frutto di un recupero palla effettuato nella trequarti offensiva. Il pressing della Juventus porta i difensori centrali atalantini a sbagliare spesso nel primo tempo in uscita. Dall'altra parte del campo, invece, Ronaldo e Morata sono costantemente tamponati da Romero e compagni. Togliere l'appoggio sulle due punte ai bianconeri è probabilmente la miglior mossa tattica messa in campo da Gasperini. Oltre a questo c'è da notare come, in fase di non possesso, gli ospiti si schierino con un 3-4-1-2, con Zapata e Malinovskyi in pressione su Bonucci e de Ligt, mentre a Pessina spetta la marcatura su Arthur prima e Rabiot poi.
SE SALTA IL PRESSING – Nonostante una prestazione invidiabile dal punto di vista fisico, è fisiologico che tale intensità non possa essere riscontrata per tutti e 90 i minuti. In alcuni frangenti, infanti, la pressione viene elusa dai portatori di palla. Di seguito i due modi di attaccare delle due squadre una volta saltata la pressione avversaria. Per quel che riguarda la Juventus, i bianconeri si affidano, soprattutto nella ripresa, alla mobilità del reparto offensivo con interpreti bravi nell'intercambiarsi. Non sarà allora strano vedere McKennie agire addirittura sull'out opposto di quello che, in teoria, è di sua competenza. Gli inserimenti senza palla dell'americano, soprattutto in zona centrale, sono tra i fattori che più nel corso del match hanno mandato in confusione la retroguardia dell'Atalanta. Quando hanno modo di impostare l'azione dal basso, gli uomini di Gasperini cercano con rapidità la verticalità, con passaggi che vanno a liberare Pessina o Malinovskyi in mezzo alle linee. Nelle circostanze in cui però i padroni di casa sono bravi a non concedere tali spazi, i bergamaschi proseguono con un possesso palla orizzontale, arrivando a portare sempre almeno 6 giocatori nei pressi dell'area di rigore di Szczesny.
GLI EPISODI – In una partita piuttosto equilibrata, dove entrambe avrebbero potuto vincere, a decidere il risultato finale sono stati tre episodi, nonostante il tabellino citi una rete per parte. Al 29' il vantaggio della Juventus: Palomino, in difficoltà nell'impostazione dal basso, sbaglia un appoggio centrale in uscita e serve di fatto Bentancur, il quale è bravo ad innescare rapidamente Chiesa. L'esterno ex Fiorentina riceve dal limite, si sposta la palla sul destro e con un tiro a giro batte Gollini per l'1-0. Minuto 57: stessa porta, dinamica simile e un altro gol di rara fattura. Ancora una volta Palomino protagonista, questa volta in positivo. Il centrale va in aggressione su Morata e ruba palla all'altezza della metà campo, favorendo l'intervento di Freuler. Il numero 11 cerca lo scambio con Gomez e, dopo aver vinto il contrasto con Rabiot, va al tiro potente, palla che colpisce la parte bassa della traversa ed entra. 1-1. Il terzo episodio, quello che non porta ad una rete, è il rigore in favore della Juventus. Apertura di campo di Bentancur su Chiesa, che con un controllo supera Hateboer, contatto dubbio tra i due, ma per Doveri è calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Ronaldo e Gollini è bravo a distendersi e bloccare il destro del portoghese, in una delle peggiori serate della sua avventura in Italia.
NERVI TESI – Al triplice fischio, Gasperini può dirsi soddisfatto del punto portato a casa e della prestazione dei suoi. L'Atalanta sembra tornata, sotto il punto di vista della fisicità, quella dei mesi d'oro. Questo non può che essere un segnale positivo per una squadra che ha perso punti nella fase iniziale del campionato, proprio per colpa di una scarsa brillantezza atletica, fattore determinante nel gioco della Dea. A fine partita però riemergono, anche se celati da grandi sorrisi, i malumori dei giorni passati e ci si ricorda di un Papu Gomez lasciato in panchina nella gara sulla carta più complessa dell'intero campionato. Fanno rumore le voci di corridoio che raccontano di uno spogliatoio diviso e, di certo, le dichiarazioni a fine partita del tecnico non aiutano a tacerle. A chi in conferenza gli chiede un parere sulla prestazione dell'argentino, risponde: “Allora mi devi chiedere un giudizio sulla prova di tutti. Parlare di un singolo è offensivo”. Un commento che qui nella Capitale forse evocerà un parallelo con alcune parole di Spalletti sull'ultimo Totti. Inoltre, sempre nel corso della conferenza stampa, Gasperini a domanda precisa non smentisce l'imminente cessione del capitano dell'Atalanta nella sessione di gennaio. A prescindere da chi abbia ragione, questa è una situazione che può soltanto far male al club di Bergamo, che fino a qualche tempo fa girava a meraviglia.