Garzya: "La priorità del mercato della Roma era l'attaccante"

05.02.2025 17:13 di  Redazione VG   vedi letture
Garzya: "La priorità del mercato della Roma era l'attaccante"
Vocegiallorossa.it
© foto di lorenzo.marucci

Gigi Garzya, ex calciatore della Roma, è intervenuto alla trasmissione “Bar Forza Lupi”, su Centro Suono Sport 101.5 FM..

Un giudizio sul mercato invernale della Roma?
“Non conosco i nuovi acquisti e non posso esprimere giudizi. Per me, la priorità era acquistare un attaccante. Non è arrivato. Resta Shomurodov, che comunque sta facendo bene. Quindi, se non si è potuto prendere uno migliore, prendere tanto per prendere, mi tengo lui”.

Sulla questione del nuovo allenatore?
“Sull’argomento ho le idee abbastanza chiare. Io chiederei a Ranieri di restare ad allenare, tanto più se dovesse raggiungere obiettivi. In campionato, ad esempio, il calendario può favorire una svolta alla Roma verso posizione europee, a patto che cambi registro rispetto al girone di andata”.

A proposito di obiettivi, cosa serve alla Roma per superare il turno di Coppa Italia a San Siro?
“Serve la migliore formazione e tanta attenzione. A livello psicologico, vedo meglio la Roma del Milan, che, pur pareggiando, nel derby è stato schiacciato dall’Inter. Spero in un arbitro equilibrato. Nel 1993/1994, con la Roma eliminammo il Milan degli Invincibili di Berlusconi e Capello. Una squadra forte e potente. All’andata vincemmo 2-0, con i gol di Muzzi e Caniggia. Ma, al ritorno, giocammo presto in dieci, perché fui espulso per una fallo non commesso dall’arbitro Pezzella di Frattamaggiore, che era alla sua ultima direzione. L’episodio fu talmente clamoroso, che intervenne la prova tv a togliermi la squalifica, cosa che mi permise poi di giocare le due finali. Perché spero in un arbitro equilibrato? Perché Pezzella, dopo avermi ingiustamente espulso, diede nel finale un calcio di rigore al Milan, in vantaggio per 1-0, che Cervone parò, evitandoci i supplementari. Il dopo partita fu, come potete immaginare, molto rovente. Cervone e Zinetti, il secondo portiere, furono espulsi e la Roma fu costretta a giocare le finali di quella coppa con il terzo portiere. Il resto della storia la conoscete”.