Totti: "Essere Il Capitano è una responsabilità enorme. Il calcio si è evoluto: prima era più facile usare la tecnica"

26.04.2017 19:17 di  Luca d'Alessandro  Twitter:    vedi letture
Totti: "Essere Il Capitano è una responsabilità enorme. Il calcio si è evoluto: prima era più facile usare la tecnica"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Francesco Totti, in occasione del lancio dei nuovi Nike Tiempo X Roma, ha rilasciato un'intervista per la stampa estera:

Ha debuttato in prima squadra a Roma con soli 16 anni. Cosa ricordi di quel periodo?
"È stato un sogno che si avverava. Boskov fece un cambio e non potevo credere che fossi io il prescelto. Per un tifoso della Roma, il debutto in prima squadra il massimo".

Da allora ti sei evoluto molto come giocatore e anche la squadra ha subito molti cambiamenti. Come si è adattato il suo gioco a questi cambiamenti?
"Sì, il calcio è cambiato molto nel corso degli ultimi 25 anni. I ritmi sono diversi e l'intensità è aumentata. Il fattore fisico ha guadagnato terreno sull'aspetto tecnico, ma devo dire che, per me, è stata una progressione naturale. L'esperienza che ho maturato in questi anni mi ha aiutato molto".

Sei noto come "Il Capitano" a Roma. Che cosa significa per te?
"Significa incarnare il sogno di molti bambini. È una responsabilità enorme".

Hai appena compiuto 25 anni nella Roma. Qual è stata la motivazione principale per rimanere nello stesso club per tutta la sua carriera da giocatore?
"Molto semplice. Da bambino avevo un sogno: indossare l'unica maglia che ho amato. E non ho mai tradito questa idea".

Ha vissuto tutta la sua vita a Roma. Che cosa ti piace di più di questa città? Potremmo dire che la Roma ha rappresentato tutto per te, sia personalmente che professionalmente?
"Roma è la città più bella del mondo. Ti può sempre sorprendere con un vicolo, un angolo o un dettaglio. Come romano e come tifoso della Roma, è stato un onore concludere la mia carriera qui. Sicuramente avrei potuto vincere più titoli altrove, ma il mio più grande trionfo è la mia fedeltà a Roma".

Chi è il miglior giocatore inglese che hai affrontato in carriera?
"Steven Gerrard. Un campione, un esempio".

Hai vinto numerosi trofei importanti nella tua carriera (Serie A, Coppa Italia, Supercoppa e Mondiale). Come si è evoluto il gioco negli ultimi 25 anni?
"Considerando che la lingua del calcio è universale, penso che gli ultimi dieci anni siano stati dominati dall'aspetto fisico. Prima era più facile usare la tecnica per superare le difficoltà".

Eravamo abituati a vedere giocatori come Hagi, Baggio, Maradona, Zidane e Riquelme. Pensi che a volte gli allenatori danno meno importanza al numero 10, preferendo centrocampisti che fanno avanti e indietro?
"Probabilmente il numero 10 non occupa la zona di campo che occupava prima e la tattica è cambiata. Ma penso che i giocatori debbano anche essere in grado di reinterpretare il proprio ruolo e di trovare nuove soluzioni per il gioco".

Stare ad altissimi livelli per così tanto tempo è qualcosa di incredibile. Come hai protetto il tuo corpo per tutte queste stagioni?
"In realtà, la risposta è nella domanda. Non ho mai mollato quanto mi sono infortunato. La tenacia è stata fondamentale".

Ha vinto la Coppa del Mondo con la nazionale italiana. Ma quando parli dello scudetto vinto con la Roma, dici sia stato ancora più importante ed emozionante per te?
"Sono emozioni diverse. Naturalmente, per un romano vincere il campionato con la maglia della Roma è una sensazione indescrivibile. Ma anche la Coppa del Mondo è una delle più grandi vittorie della mia carriera. Ho ancora buoni amici nella squadra che ha vinto a Berlino"

Hai quale rituale che hai seguito per tutta la carriera? O qualche scaramanzia speciale prima di un derby?
"Non ho rituali o scaramanzie, tranne quelli classici da conservare dentro il cuore, come lasciare il campo con tutti i tuoi compagni di squadra dopo una vittoria".

Che cosa significa per te che la Nike  ti ha progettato uno scarpino speciale?
"Per me è un onore che la Nike mi abbia dedicato un progetto speciale. Mi ha fatto sentire ancora più orgoglioso".

È curioso che ha utilizzato la stessa marca di scarpini per tutto questo tempo. Perché?
"Il tema della linguetta sugli scarpini viene da lontano, e nel corso degli anni è diventata una sorta di compagno di viaggio. Diciamo che ci sono molto affezionato!"