Il regista tanto cercato e lo specialista dei calci piazzati: Paredes è due acquisti in uno

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Per chi segue la Roma da tanto tempo ricorderà come una delle frasi più gettonate di qualche anno fa era: "È la settimana di Paredes". Con l'allora giovane promessa argentina pronta a farsi largo tra le fila giallorosse per una maglia da titolare. Poi le settimane diventarono una cessione allo Zenit e il resto è ormai storia. Tornato nella Capitale da campione del mondo, nonostante una stagione poco brillante con la Juventus, Mourinho gli ha affidato da subito le chiavi del centrocampo, spostando mezz'ala Cristante. 

Fino a questo momento l'apporto di Paredes alla causa è più che positivo per due ragioni. Iniziamo da un aspetto molto importante, se parliamo di una squadra come la Roma che segna molto sui calci piazzati. Il numero 16 giallorosso (lo so, bisogna farci ancora l'abitudine nel non fare l'associazione mentale con De Rossi) è andato ad aumentare notevolmente la % che una punizione, un corner, si trasformi in rete. In queste poche partite ha già calciato il corner per il gol di Belotti contro la Salernitana, contro l'Empoli il palo interno gli ha negato il gol olimpico e contro lo Sheriff ha procurato l'autogol di Talal. 

L'altro aspetto, non meno importante, è che la Roma e Mourinho abbiamo trovato quel regista che cercavano da quando hanno iniziato il loro viaggio insieme. In principio fu Xhaka, poi Matic, ora Paredes. La differenza sta tutta nel fatto che la qualità migliore dell'argentino sta nei piedi buoni e può considerarsi un vero e proprio metronomo. Un profilo che alla Roma mancava, visto che di solito al centro giocavano dei mediani più o meno adattati. La palla che serve di prima sul taglio di El Shaarawy, i cambi di gioco sono giocate da regista vero.