Undici minuti da dimenticare: Renato Sanches e l'ingresso da horror nel derby, l'atteggiamento giusto non deve mai mancare
L’ingresso in campo nel derby di Renato Sanches è stato a dir poco deludente. In circa 11 minuti di gioco, il portoghese è riuscito a far peggio di chiunque altro giocatore in campo, risultando per distacco il peggiore della Roma. Al di là dei pochi tocchi del pallone e delle infelici scelte fatte palla al piede, quello che ha colpito (in negativo) è l’atteggiamento con cui Sanches è entrato in campo.
UN INFELICE RICORDO - L’ex PSG sembrava quasi un corpo estraneo alla partita, completamente inconsapevole dell’importanza che il derby ha per la città e per i tifosi. Ma pur accettando questo, il suo è sembrato l’atteggiamento svogliato di un calciatore amatore, non quello di un professionista che entra in campo per dare tutto e aiutare la squadra a ottenere il miglior risultato. Il suo ingresso in campo ha tristemente ricordato quello di Wijnaldum in finale di Europa League contro il Siviglia. Anche in quell’occasione, l’olandese sembrava essere con la testa completamente da un’altra parte e poco desideroso di essere in campo. In entrambi casi, guardando il loro atteggiamento, la sensazione provata è di sconforto e indignazione, ma tra i due quello ad avere meno scusanti sembra essere proprio Renato Sanches. Wijnaldum è arrivato a Roma al tramonto della sua carriera e dopo aver giocato per alcuni anni ad altissimi livelli. Inoltre, un grave infortunio a inizio stagione ha frenato il suo inserimento e condizionato tutta la sua stagione.
ULTIMO TRENO? - Il discorso, invece, è completamente diverso per quel che riguarda il centrocampista portoghese. All’età di 26 anni, questa per Renato Sanches potrebbe essere l’ultima grande occasione della sua carriera. Fallire anche a Roma, significherebbe rinunciare a riuscire ad affermarsi ad alti livelli. Difficilmente una big potrebbe decidere di puntare su di lui in futuro se dovesse far male anche in maglia giallorossa, visti i diversi flop già collezionati in carriera. Flop dovuti anche ai tanti infortuni, è giusto sottolinearlo, ma che in questo specifico caso c’entrano solo parzialmente. Quello che in questo momento gli viene contestato, infatti, non è la condizione fisica, ma l’atteggiamento mentale con cui è entrato in campo. A Roma ha trovato un contesto ideale per rilanciarsi, i tifosi lo hanno accolto con affetto, la società gli ha dato tutto il supporto necessario, Mourinho lo ha elogiato a più riprese e Tiago Pinto ha addirittura dichiarato di essere ossessionato da lui. Più di questo è difficile da offrirgli, mentre è lecito aspettarsi più di quello visto in campo nel derby. Se vederlo in campo con costanza e al top della condizione è una speranza, non rivedere prestazioni come quelle del derby è una legittima pretesa.