40 anni De Rossi - Dai "maiali col microfono" al "non facciamo stufare Mourinho" passando per "la Roma viene dopo mia figlia": le sue frasi più celebri
Daniele De Rossi non è stato un protagonista solo per quanto mostrato in campo, ma anche per quanto mostrato fuori. Nel corso della sua carriera, l’ex capitano giallorosso ha rilasciato alcune dichiarazioni piuttosto memorabili a dimostrare dell’eterno amore verso la Roma.
L’UNICO RIMPIANTO - Partiamo nel ricordare una frase che è una sorta di biglietto da visita di De Rossi, presente anche in un poster che lo ritrae esultante sotto la Curva Sud: «Ho un solo rimpianto, quello di poter donare una sola carriera alla Roma» . Un’espressione quasi rammaricata perché la Roma è un’entità che merita più dei 18 anni trascorsi da De Rossi con quella maglia.
LE SFIDE CON L’INTER - Nel primo decennio degli anni 2000, Roma e Inter si sono spesso contese campionati, Coppe Italia e Supercoppe Italiane. Dopo un rocambolesco quanto polemico 3-3 ottenuto a San Siro il 1° marzo 2009, De Rossi si presenta ai microfoni dei giornalisti abbastanza arrabbiato per alcuni episodi sfavorevoli ai giallorossi: «Gli arbitri vengono tratti in inganno sempre nella stessa maniera, dalle stesse parti e uno poi fa delle riflessioni che non portano a conclusioni differenti, sia che le fai a caldo o a mente fredda. Ho i miei dubbi che potrò mai vincere uno scudetto con la Roma, il sogno più grande della mia vita».
Un anno dopo, sempre contro l’Inter, De Rossi rilascia un’altra dichiarazione d’amore verso la sua Roma al termine del 2-1 inflitto ai nerazzurri che porta i giallorossi a -1 dagli avversari: «Amo troppo la Roma, viene dopo mia figlia. Non è ruffianeria. Quando segno non posso fare il gesto dell'orecchio alla Toni, non ci riesco. Mi viene da baciarla la Roma».
ESSERE SEMPRE ROMANISTI - Come per tutte le squadre, anche la Roma ha avuto le sue delusioni. Ne sa qualcosa De Rossi che alcune le ha vissute in campo come il 7-1 di Manchester o l'1-7 contro il Bayern Monaco, indirettamente citati il 31 ottobre 2017 dopo il 3-0 rifilato al Chelsea: «Dicevo negli spogliatoi prima del match che noi non viviamo molte serate di gloria in Champions League, io ricordo ancora la vittoria sul Chelsea di dieci anni fa, abbiamo preso anche batoste. Noi dobbiamo ringraziare di essere nati romanisti anche dopo i 7-1». Un messaggio chiaro da parte di De Rossi: siamo tutti romanisti, ma dobbiamo esserlo ancora di più dopo le sconfitte.
LA SCHIETTEZZA - De Rossi, inoltre, è stato sempre abbastanza schietto e non usa mai mezzi termini se c’è da attaccare qualcuno. Dopo un derby terminato 2-2 nel gennaio 2015, l’ex centrocampista risponde così alle presunti voci di una lite con Totti: "Stare accanto a Francesco per un'intera carriera, a quello che verrà ricordato come il più grande giocatore della storia, non è normale. In questa città un po' strana qualcuno ha provato a raccontare la storia di me e di lui contro, per dare forza alle sue tesi… ma sono maiali col microfono e restano maiali col microfono".
De Rossi ha poi suscitato anche sentimenti contrastanti quando, dopo aver vinto 1-0 a San Siro contro il Milan il 18 dicembre 2010, paragona il portiere Doni a Buffon: "Doni è, dopo Buffon, il portiere più forte col quale abbia mai giocato. Ha vissuto pure lui le follie di questa città. Portiere che ha dato tutto per la squadra. Ha giocato bene e male, a volte ha giocato infortunato, lo sanno un po' tutti quanti. Ha pagato qualche pappone che andava in giro per le radio a fargli terra bruciata intorno, a parlare male di lui, che lui dava problemi dentro gli spogliatoi e invece non era così. Questi poi sono gli stessi papponi che entrano a Trigoria e fanno i padroni. E però Doni non è mai messo in discussione dal gruppo".
LA DELUSIONE - Nel giorno della sua conferenza in cui annuncia l’addio alla Roma al termine della stagione 2018/2019, non mancano frecciatine all’allora proprietà Pallotta: «Io ho 36 anni, non sono scemo. Se nessuno ti chiama per il contratto, la direzione è quella. L'addio? Mi è dispiaciuta la modalità, abbiamo parlato poco e le distanze creano incomprensioni, voglio una società migliore sotto questo punto di vista. Il distacco con la società c'è, io voglio giocare e loro non me lo permettono, non posso essere felice. Mi immaginavo un giorno in cui ero zoppo e con i cerotti e che avrei smesso, ma devo accettarlo».
UNA PASSIONE INFINITA - Una passione, quella per la Roma, che non può scemare solo perché la carriera è finita. Ad ammetterlo è lo stesso De Rossi che, in un’intervista del 2017, svela quello che avrebbe fatto qualora non avesse intrapreso la carriera di calciatore: «Io ho una passione per il calcio e per la Roma, se non fossi diventato calciatore, avrei fatto dieci ore di macchina per la Roma in trasferta».
L’AVVERTIMENTO - Non manca, infine, un nuovo avvertimento verso l’ambiente e l’attuale proprietà a favore di Mourinho. Queste le parole di De Rossi nel novembre 2021: «La Roma dovrà essere soddisfatta a fine stagione se non avrà fatto stufare anche questo allenatore (Mourinho, ndr), uno dei più forti che ci sono in circolazione nella storia del calcio. Parliamo di uno dei cinque-sei allenatori più forti di sempre, cerchiamo di non farlo stufare».