De Rossi: "So quello che mi aspetta, presto ricomincerò a fare quello che mi piace". VIDEO!

De Rossi: "So quello che mi aspetta, presto ricomincerò a fare quello che mi piace". VIDEO!
sabato 29 marzo 2025, 15:40Interviste
di Maurizio Rasa
fonte dall'inviato al CONI, Marco Campanella

A margine dell’evento Premio ASI Sport & Cultura “Gli Oscar dello Sport”, Daniele De Rossi ha parlato del proprio futuro da allenatore. Ecco le sue parole:

Cosa ti aspetti dal futuro?
"Ho ricevuto un premio, poi stasera penso che andrò a casa e guarderò qualche partita. C’è la Roma, quindi guarderò la Roma. Per quanto riguarda il mio futuro, lo vedremo in altre sedi. In questo momento sto cercando di sdoppiarmi: il mio presente non mi vede lavorare su una panchina, che poi è quello che sarà il mio futuro, quindi cerco di concentrarmi sulla costruzione di una società che possa reggersi in piedi da sola, con le persone che sto mettendo dietro la scrivania o in campo, lì a Ostia. Tutti sanno sia le persone di Ostia, sia chi lavora con me, sia chiunque mi conosca che la mia passione, la mia vocazione e il mio futuro saranno su una panchina. Non so quale, non chiedermelo, perché non ne ho davvero idea".

Alleneresti anche all'estero?
"Certamente ho avuto tante occasioni per osservare il calcio italiano e penso che sia a un livello molto alto. Allo stesso tempo cerco di informarmi e aggiornarmi da casa, tramite la televisione, e ho fatto anche un paio di viaggi all’estero per vedere dal vivo le strutture e i ritmi di gioco. Mi affascinano molto. Ho provato a migliorare una lingua che non parlavo benissimo e ho sfruttato questo tempo libero per fare cose che, un giorno, penso mi torneranno utili. Spero di non avere più così tanto tempo libero in futuro, ma non l’ho sprecato".

Quindi è più proiettato verso l'Inghilterra?
"L’Inghilterra mi ha colpito particolarmente, ma non è un problema di paese, di lingua o di campionato. Per me la categoria è un discorso relativo: l’importante è che ci sia un progetto serio con persone serie, che abbiano davvero voglia di costruire un percorso. Può durare un anno, due anni, tre anni… l’importante è che ci sia fiducia reciproca. Se qualcuno mi sceglierà, spero di affiancarmi a persone che credano in questo progetto".

Quanto è carico per una nuova avventura?
"Io sono sereno. Non credo di essere più carico degli altri, ma quando un allenatore sta fermo per tanto tempo all’inizio si scarica, perché ha bisogno di riposarsi. Poi, però, si ricarica automaticamente grazie alla passione. Chi fa questo lavoro sa che c’è grande pressione e adrenalina: quando lavori ti pesa, ma quando smetti ti manca subito. Sono tranquillo, so quello che mi aspetta. Non so dove, ma so che presto, a giugno o più tardi, ricomincerò a fare quello che più mi piace".

Sulla Nazionale.
"Per quanto riguarda la Nazionale, ho fatto una battuta l’altro giorno: ho visto la partita d’andata in casa e il secondo tempo di Dortmund, quindi solo la parte bella della Nazionale. Scherzi a parte, un blackout nel primo tempo ci può stare. Penso che abbiamo giocato alla pari con una squadra che, onestamente, guardando gli effettivi, è più forte di noi. Ma abbiamo tenuto testa e, se guardiamo le occasioni, anche quelle non sfruttate all’andata, non sarebbe stata una rapina se fossimo passati noi. Il livello della squadra sta tornando buono e ci avvicineremo con più consapevolezza alle partite che conteranno davvero".

Che cosa vuole dire ai ragazzi della Nazionale?
"In Nazionale c’è una struttura importante, c’è un allenatore che stimo tanto. Non devo mandare messaggi a nessuno".