L'intuizione di Ranieri che ha cambiato la difesa della Roma

L’attacco fa vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite. Chissà se a Claudio Ranieri è venuta in mente questa massima dello storico allenatore di football americano John Madden mentre impostava il lavoro da fare sulla sua Roma, dopo il suo ritorno sulla panchina giallorossa. Tra i vari meriti dell’allenatore di San Saba, infatti, c’è anche quello di essere riuscito a restituire alla Roma un po’ di solidità difensiva. I giallorossi, ad oggi, sono la sesta difesa del campionato con 32 gol subiti, gli stessi di Inter e Fiorentina. Di questi, 18 sono stati subiti nelle prime 12 partite, a causa anche di sconfitte pesanti come il 3-2 contro l’Hellas Verona o il 5-1 di Firenze, mentre i restanti 14 sono arrivati nelle 21 partite successive.
MASSIMO DUE GOL SUBITI – Le difficoltà della difesa a quattro di De Rossi e di quella a tre di Juric erano abbastanza evidenti, viste anche le difficoltà sul mercato nel trovare giocatori adatti. Gli arrivi di Hermoso e Hummels dovevano dare qualità ed esperienza al reparto, ma l’apporto dei due si è rivelato essere insufficiente. Dopo un primo tentativo con lo schieramento a 4 nel big match il Napoli, Ranieri decide di passare a 3 nella partita contro l’Atalanta. Come dirà lo stesso mister circa un mese dopo, prima della partita contro il Parma, questo tipo di schieramento fa sentire più sicuri i giocatori e, anche grazie al lavoro fatto sulla loro testa, i giallorossi non subiranno più di due gol in una singola partita, riuscendo a ottenere ben 17 risultati utili consecutivi da metà dicembre.
IL BANDOLO DELLA MATASSA – Nonostante i miglioramenti, sia di reparto che individuali, rimane un grande problema nella fase difensiva della Roma: le ripartenze. Il terzetto formato da Mancini, Hummels e Ndicka, infatti, garantisce esperienza e qualità nello scontro fisico, ma pecca molto nella corsa all’indietro. Ranieri ha allora l’intuizione giusta contro il Venezia, riuscendo a trovare il bandolo della matassa: data l’assenza di Hummels e il tentativo di adattare Cristante non propriamente riuscito nelle partite precedenti, il mister decide di schierare Celik come terzo centrale di destra, con Mancini al centro e Ndicka a sinistra. La presenza del turco, che nasce come terzino, permette alla squadra di interpretare le due fasi in modo differente, vista la sua discreta rapidità. Nei due mesi successivi, infatti, la Roma riuscirà ad ottenere ben 7 cleen sheet in 10 partite, subendo gol solo contro Como, Juventus e Lazio. In quella posizione il numero 19, infatti, permette una gestione diversa del lato destro della squadra, visto che, grazie alla sua velocità, non solo riesce a garantire copertura, evitando quindi di esporre la difesa alle ripartenze tanto sofferte, ma dona anche più libertà all’esterno destro, che in fase offensiva diventa una vera e propria ala. Questa intuizione, unita alle parate di Svilar, si è rivelata un fattore molto importante per la rimonta fatta, ma le ultime prestazioni hanno evidenziato qualche sbavatura di troppo, e sarà quindi compito del mister riuscire a resettare gli errori fatti per cercare di subire il meno possibile in queste cinque partite che mancano alla fine della stagione, per ottenere la qualificazione in Europa.
Le probabili formazioni di Inter-Roma, sabato 26 aprile ore 18:00
ROMA (3-4-2-1): Svilar; Celik, Mancini, Ndicka; Saelemaekers, Koné, Paredes, Angelino; Soulé, Pellegrini; Dovbyk.
A disp.: Gollini, De Marzi, Rensch, Hummels, Salah-Eddine, Pisilli, Gourna-Douath, Cristante, Baldanzi, Shomurodov.
All.: Claudio Ranieri.
Diffidati: Pellegrini, Paredes.
Squalificati: -
In dubbio: -
Indisponibili: Marin (lesione al legamento peroneo astragalico anteriore e una lesione subtotale della sindesmosi peroneo tibiale della caviglia sinistra), Abdulhamid (lesione del bicipite femorale), Dybala (lesione al tendine semitendinoso della coscia sinistra), Nelsson.
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