La sfida di Mourinho
Con i suoi 25 trofei vinti, José Mourinho è diventato nel corso degli anni un’icona, un brand mondiale. Dai successi con il Porto, al Chelsea, dall’impresa con l’Inter al Real Madrid passando poi per il Manchester United e il Tottenham. Il portoghese ha dovuto superare tantissimi ostacoli, riuscendo a proteggere sempre il gruppo e ad avere i calciatori dalla sua parte. Tra le armi migliori dello Special One, figura l’aspetto psicologico: a detta dei suoi ex calciatori Mourinho è bravissimo a toccare i tasti giusti, a pizzicare le corde di ogni giocatore per farlo rendere sempre al meglio, oltre le proprie possibilità. Mourinho riesce a spremere i suoi ragazzi per farli stare sempre all’erta, sempre carichi di adrenalina da riversare in campo.
Per fare ciò, utilizza anche la piazza, le conferenze stampa, sapendo come incendiare l’ambiente e come utilizzarlo per caricare la squadra.
Tutti ingredienti che si sposano benissimo con l’ambiente romano, pronto ad accendersi per lo Special One con tutti i benefici e i rischi del caso. L’ambiente è pronto per un nuovo generale dopo Capello ma qui la sfida è difficilissima. Forse non la più difficile della carriera del portoghese o forse, per alcuni aspetti, invece è proprio così. La Roma non vince qualcosa da più di dieci anni, un periodo interminabile e lunghissimo, che ha reso la piazza ancora più incline a sbalzi di umore e a quei picchi, positivi e negativi, spesso citati da ex giocatori e allenatori. Con un ambiente del genere, Mourinho va a nozze e sarà interessante capire come si approccerà a questo mondo l’allenatore lusitano, fin dalle prime conferenze stampa. In questi giorni, si avverte un clima calmo complice l’Europeo. La classica quiete prima della tempesta.