"Potevi essere un imperatore"... Nel bene e nel male, la storia di amore e odio tra Osvaldo e la Roma

18.08.2023 23:55 di  Emiliano Tomasini  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Emiliano Tomasini
"Potevi essere un imperatore"... Nel bene e nel male, la storia di amore e odio tra Osvaldo e la Roma
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

A due giorni dall’inizio del campionato i tifosi della Roma hanno solo un pensiero in testa: “ma l’attaccante quando arriva?!”. Le ufficialità di Paredes e Renato Sanches hanno solo parzialmente placato la sete di acquisti dei romanisti, che in queste ultime settimane di mercato attendono con ansia lo sbarco di una nuova punta. Ancor più dei tifosi giallorossi, ad aspettare un colpo in avanti è José Mourinho, che al momento può contare sul solo Belotti. In casa Roma, dunque, il tema attaccante più che mai centrale in questi giorni di calciomercato. Ed è particolare notare come proprio oggi, dieci anni, fa la Roma ha salutato uno dei suoi migliori attaccanti per media-gol per partita: Pablo Daniel Osvaldo.

Osvaldo ha indossato la maglia della Roma dall’estate del 2011 a quella del 2013. In due stagioni ha giocato 57 partite e segnato 28 reti tra Serie A e Coppa Italia. In media, quindi, ha segnato quasi un gol ogni 180 minuti giocati, affermandosi come quarto miglior attaccante della Roma per media-gol tra chi ha giocato almeno 50 partite ufficiali. Meglio dell’italo-argentino hanno fatto solamente Guaita, Volk e Manfredini. Se però da una parte i numeri raccontano di un buon rendimento, dall’altra Osvaldo non è ricordato con simpatia da alcuni tifosi romanisti. Eccentrico e spavaldo, non a tutti sono andati a genio il carattere e alcuni atteggiamenti dell’italo-argentino.

UN BUON INIZIO E LE ESULTANZE AMARCORD - L’avventura di Osvaldo con la Roma inizia bene, con l’attaccante che conquista in poco tempo i tifosi romanisti grazie alla sua esultanza con la mitraglia in onore di Batistuta, storico bomber dell’ultimo scudetto giallorosso. Nel derby di andata trova il gol del momentaneo 1-0 ed esulta con una maglia speciale “Vi ho purgato anch’io”, in onore del capitano Francesco Totti. La partita, però, non si conclude positivamente per la Roma, che perde nel finale la stracittadina.

IL PUGNO A LAMELA - Dopo il buon inizio con la maglia giallorossa, a novembre del 2011 Osvaldo si è reso protagonista di un primo brutto gesto. Nel corso di una partita contro l’Udinese ha discusso con Lamela per un mancato passaggio dell’argentino, la lite si è protratta negli spogliatoi, dove Osvaldo ha tirato un pugno in faccia al compagno di squadra. Dopo questo gesto, la Roma e Luis Enrique hanno punito l’attaccante con una multa salata e una sospensione di dieci giorni. La prima stagione in giallorosso termina con 11 gol in 26 presenze e la sua discussa mancata convocazione per gli Europei da parte di Cesare Prandelli.

IL (NON)GOL PIÙ BELLO - In quella stessa stagione, Osvaldo segna uno dei non gol più belli mai visti sui campi di Serie A: nel match interno contro il Lecce, su un cross dal limite dell'area di Gago il 9, già oltre il pallone, riesce a girarsi e a compiere una rovesciata di rara potenza e precisione nell'esecuzione, ma l'assistente dell'arbitro sbandiera un fuorigioco che non c'è. Poco meno di un anno dopo, nella partita di esordio della stagione 2012-2013 contro il Catania, sempre in quella porta Osvaldo si rende protagonista di un gesto simile, con il gol che stavolta viene convalidato. Con Zeman in panchina Osvaldo è quasi sempre titolare e trova il gol con buona continuità. Le sorprese, però, sono sempre dietro l’angolo e a dicembre 2012 riceve una squalifica di tre giornate per aver colpito un avversario con una gomitata nella gara di Coppa Italia contro l’Atalanta.

IL RIGORE RUBATO A TOTTI - A febbraio 2013 Osvaldo è ancora protagonista in negativo. La Roma è sotto 1-0 a Genova contro la Sampdoria quando l’arbitro della gara fischia un rigore per i giallorossi e l’ex numero 9 giallorosso prende il pallone per calciare il penalty. Nulla di strano, se non fosse che in campo c’è anche un certo Francesco Totti, capitano e specialista dagli undici metri. Lo storico numero 10 non si oppone all’iniziativa del compagno e si limita ad alzare le spalle con uno sguardo incredulo. Osvaldo calcia quindi il rigore del possibile pareggio ma lo sbaglia clamorosamente. Il suo tiro è debole e poco angolato e Romero lo respinge senza particolari problemi. Cinque minuti più tardi la Samp raddoppia e alla fine la Roma perde 3-1.

IL LITIGIO CON ANDREAZZOLI - Da quel momento il rapporto tra Osvaldo e i tifosi romanisti sembra subire una rottura insanabile. L’apice viene però raggiunto il 26 maggio 2013, in occasione della finale di Coppa Italia persa contro la Lazio. A fine partita Osvaldo inveisce contro Andreazzoli per averlo fatto entrare in campo troppo tardi e non prende neanche parte alla premiazione finale. Una volta a casa, l’italo argentino ha anche pubblicato un tweet al veleno contro il suo allenatore: “Facevi più bella figura se ammettevi di essere un incapace... Vai a festeggiare con quelli della Lazio va..”

IL LITIGIO CON IL TIFOSO - Per questo gesto Osvaldo perde anche la convocazione alla Confederetions Cup del 2013, nonostante le 17 reti messe a segno in 30 gare giocate. I gol realizzati non convincono però Prandelli a convocarlo e non bastano neanche ai tifosi romanisti. Dopo quanto accaduto in finale di Coppa Italia, il rapporto tra il giocatore e il tifo giallorosso è infatti definitivamente rovinato. È rimasto celebre un acceso scambio avvenuto tra un tifoso e l’attaccante nel corso del ritiro estivo del 2013 a Riscone di Brunico: “Non hai capito niente di Roma e della romanità, qui potevi essere davvero un imperatore” gli dice un romanista mentre Osvaldo sta firmando autografi. La risposta dell’ex 9 non si fa attendere: “Siete voi che non avete capito niente. Ho fatto 200 gol, che c...o vuoi”.

IL GOL CON LA JUVE - Oltre che con i tifosi, anche con la società è ormai ai minimi storici e il 17 agosto 2013 Osvaldo lascia la Roma per trasferirsi al Southampton. La sua avventura inglese dura però pochi mesi e a gennaio 2014 torna in Italia, in prestito alla Juventus. Con i bianconeri segna il suo unico gol proprio alla Roma, festeggiando con eccessiva enfasi a giudizio dei tifosi romanisti. L’Olimpico lo ricopre di fischi e la stessa cosa avviene quando l’italo argentino torna – sempre da avversario – con la maglia dell’Inter.

COSA POTEVA ESSERE... - Nonostante il conflittuale rapporto con la società e i tifosi, Osvaldo è rimasto molto legato a tanti suoi ex compagni della Roma, su tutti Daniele De Rossi. I due sono legati dal tifo per il Boca Juniors e l’ex attaccante è infatti uno degli ospiti speciali nell’ultima partita all’Olimpico dello storico numero 16. Trascorsi dieci anni dall’addio di Osvaldo, l’astio nei suoi confronti è sicuramente scemato ma il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato è rimasto intatto. Tra litigi, atteggiamenti sopra le righe e qualche parole di troppo, Osvaldo ha fatto vedere anche ottime doti realizzative, grandi giocate e tanta passione. L’impressione è che davvero, come detto da quel tifoso nell’estate del 2013, Osvaldo non abbia capito cosa sarebbe potuto diventare per Roma e i romanisti. Forse, però, anche i romanisti non hanno del tutto capito Osvaldo.