Un terremoto che parte da lontano: da Dybala alle scelte di Ghisolfi
L'edizione odierna del Corriere della Sera prova a ricostruire le tappe della crisi societaria a Roma che ha portato negli ultimi giorni all'esonero a sorpresa di De Rossi e alle dimissioni della CEO Lina Souloukou. Secondo il quotidiano l'inizio dello strappo è da far risalire a questa estate, più precisamente alla decisione di Paulo Dybala di restare nella Capitale e rifiutare i tanti soldi offerti dall'Al Qadsiah.
È inoltre probabile, scrive il quotidiano, che Souloukou non fosse convinta del triennale fatto a De Rossi dopo la stagione scorsa, iniziata benissimo e finita con il fiatone. DDR era stato preso come traghettatore, tanto che il suo contratto scadeva a giugno, con opzione di rinnovo solo in caso di conquista della zona Champions. Così non è stato ma l’entusiasmo che De Rossi aveva portato nella squadra e tra i tifosi ha convinto la proprietà a fargli firmare un contratto lunghissimo e oneroso (3 milioni netti a stagione). Il preferito di Lina sarebbe stato Raffaele Palladino con Modesto d.s.
A De Rossi poi è stata consegnata, una Roma diversa da quella che voleva l’allenatore. I rapporti con Dybala si erano un po' incrinati e per questo era stato preso Soulé, il quale avrebbe portato anche ad un passaggio al 4-3-3. Poi è cambiato tutto, con la difficoltà di scegliere un altro modulo di gioco. Si erano sentiti scricchiolii anche quando De Rossi aveva detto di non conoscere Dahl, Le Fée e Sangaré acquistati da Ghisolfi, il quale non aveva preso bene le telefonate che l'ex tecnico aveva fatto personalmente a Dovbyk e Koné per convincerli a venire a Roma, come se fossero state un’invasione di campo. Queste alcuni retroscena emersi nel mare di ipotesi che si stanno facendo e si continueranno a fare.