ESCLUSIVA VG - Greggi: "Vincere la Coppa Italia è stato importante, ma è il passato. Noi ragazze giochiamo per la maglia, non per quanto ci viene dato. Vorrei essere da ispirazione per le calciatrici di domani". VIDEO!
Giada Greggi è senza dubbio uno dei maggiori talenti del calcio femminile. Centrocampista della Roma e della Nazionale italiana è stata Golden Girl nel 2019. Romana e romanista, ha già indossato la fascia di capitano giallorossa. Ai microfoni di Vocegiallorossa.it si è raccontata in esclusiva a 360°, raccontando il momento della squadra di Mister Spugna e le sue aspettative per il futuro:
Partiamo dalla vittoria della Coppa Italia. Si è spesso detto che bisognasse alzare l’asticella, è un qualcosa che ha aumentato le aspettative per questa stagione?
“Sicuramente. Dal punto di vista soprattutto del raggiungere obiettivi più alti, come centrare la Champions League o riconfermare il successo in coppa. Stiamo lavorando duramente su questi aspetti, si è alzata tantissimo l’asticella, in campo si vede, l’intensità è maggiore. Vincere la Coppa Italia è stato un punto importante, ma è il passato e dobbiamo andare avanti”.
Domenica arriva il Sassuolo primo in classifica: che momento sta vivendo la squadra, dopo 2 sconfitte e un pareggio nelle ultime 3 giornate
“Siamo carichissime, la squadra lo sta affrontando bene. Le mie compagne si stanno allenando tantissimo, hanno lavorato tanto, si è visto anche se sono ritornata da poco dalla Nazionale e l’altro ieri ho fatto il tampone, ma ho visto che hanno lavorato tanto. Siamo pronte e non vediamo l’ora di giocare col Sassuolo, siamo determinate”.
Che partita ti aspetti? Le gare contro Juventus e Milan hanno visto un grandissimo primo tempo vostro e un calo nella ripresa. Ne avete parlato, cambierete atteggiamento o è il vostro DNA?
“Ci sono stati diversi motivi, un po’ di problemi in queste ultime gare, anche assenze importanti. Un altro aspetto è non aver finalizzato le occasioni avute, ma siamo migliorate tanto. Lavoriamo piano piano e andiamo avanti. La partita contro il Sassuolo sarà sicuramente difficile, perché hanno vinto tutte le gare fino a questo momento. Stiamo preparando al meglio questa partita, dobbiamo giocare con serenità e tranquillità, perché siamo una squadra che ha grandi potenzialità. Abbiamo tenuto testa alla Juve, siamo state sfortunate con il Milan, quella contro il Sassuolo sarà una gara bella e combattuta.
Il campionato femminile è difficile, con un calendario corto e valori netti, diversi tra le prime e quelle dietro. Arrivate con 8 punti di svantaggio dal Sassuolo; con gli scontri diretti già disputati, può essere una gara da dentro o fuori per voi?
“In realtà non è così. Affrontiamo le partite come se fossero finali. Il campionato è lungo, il nostro momento no può capitare anch al Sassuolo. È un campionato strano. Diamo il 100% in tutte le partite, andiamo avanti e continuiamo a lavorare”.
La Roma è stata la squadra col maggior numero di calciatrici in nazionale, una situazione nuova. Pensi che il futro del campionato italiano può essere a tinte giallorosse?
“Questo si è visto, ci sono tante giocatrici in nazionali, non solo grandi, ma anche giovani, che sono nelle Under. Fa capire che abbiamo tante qualità e individualità forti, possiamo fare tanto e si è visto”.
Arrivi da un grave infortunio, che nel campionato femminile a volte segna la fine della carriera ad alti livelli. Hai mai pensato di non riuscire a non tornare ai tuoi livelli? Questo infortunio ti ha portato a uno switch mentale? C’è una Giada Greggi pre infortunio e una post?
“Questo infortunio mi ha reso molto più forte rispetto a prima. Mi ha cambiata dal punto di vista mentale e dal punto di vista lavorativo nell’ambito calcistico. Mi ha fatto maturare tanto, da infortunata ho seguito molte partite, sono diventata un’altra giocatrice, più matura. Mi ha reso più forte, mi ha cambiato totalmente questo infortunio. Purtroppo sono cose che succedono, bisogna lavorare, andare avanti, non guardarsi indietro e pensare al presente al futuro”.
A febbraio fai 22 anni. Hai vinto il Golden Girl nel 2019, il Golden Boy era Joao Felix. Sei stata capitana della Roma, Bavagnoli ha parlato di te come il futuro della squadra. Non sei però una titolarissima, rientri nella rotazione di un reparto con tanti nomi importanti: è un ruolo che ti va bene o senti la necessità di avere maggiore spazio in campo?
“È normale che vorrei giocare ma vedere una Vanessa (Bernauer, ndr), un’Andressa, una Giugliano mi fa crescere di più vedendole da fuori. Mi rifaccio gli occhi, imparo nuove cose e le metto in pratica quando mi viene richiesto. Sono esperienze che bisogna fare, il momento capita anche a te e bisogna dare il 100%”.
Nell’Under 19 giocavi da numero 10, con pochi compiti difensivi e tanta qualità. In Serie A è un altro livello, Bavagnoli ti ha spostata intermedio. Sei una patita di Messi, il modo di giocare a cui ti ispiri è quello: in campo senti che questa sia la posizione in cui puoi dare il meglio o c’è una posizione in cui ti senti più libera?
“A me basta che mi metti in campo, posso giocare in qualsiasi ruolo, anche difensore. Vado in campo e penso solo a giocare. Mi piace fare sia il trequartista, che l’intermedio, che il mediano. Quello che mi dice il coach io faccio, mi metto a disposizione della squadra per dare un contributo per raggiungere i nostri obiettivi e vincere le competizioni. Non ho preferenze per il ruolo. Il trequartista è un ruolo bello, ti muovi in tutte le parti del campo, a me piace tenere il pallone e gestirlo”.
Qual è la giocata che preferisci fare?
“Dare il pallone tra le linee agli esterni o all’attaccante. Sono più da assist che da gol, anche se tirare e segnare da fuori è una soddisfazione”.
Leggendo varie interviste delle tue compagne, spesso e volentieri hanno sottolineato come il rapporto con un’allenatrice, per il fatto che fosse donna, avesse una dote particolare in più dal punto di vista empatico. Quest’anno c’è Mister Spugna: come è cambiato, se è cambiato, il rapporto con l’allenatore? Quali sono le novità che ha portato dal punto di vista tattico?
“Questi due coach sono molto simili, calcisticamente. Mi trovo benissimo con entrambi, per me non c’è differenza tra uomo e donna, anche per esperienze passate. Sono simili dal punto di vista tecnico-tattico, il lavoro di oggi è continuazione di quello passato. Sono due grandissimi allenatori”.
Sei alla quarta stagione alla Roma, sei una delle più esperte. Tre anni fa è stata ottenuta la prima vittoria e hai servito l’assist a Bonfantini. Com’è cambiato il movimento del calcio femminile in queste stagioni? Pensi ad affrontare questo mestiere pensando di essere una sorta di ispiratrice per un movimento?
“Spero di esserlo, comunque sono giovane anche io, ma mi piacerebbe essere presa come fonte di ispirazione da ragazze giovanissime. Mi fa piacere il fatto di uscire dallo stadio e vedere ragazze giovani che mi chiedono una foto o un autografo, mi emoziono anche io che ho esperienza, ma sono comunque giovane”.
C’è un’esperienza in particolare che ti ha emozionato, che ti ha fatto capire la differenza di essere alla Roma?
“L’esordio in prima squadra a 14 anni. Vedevo il campo che era il doppio rispetto a come fosse, c’era tanta gente che ci sosteneva. È stata un’esperienza bellissima e nuova, mi sono adagiata e sono andata avanti”.
Una calciatrice che vuole intraprendere una carriera, fissa dei paletti? Per esempio, la maternità, sono discorsi che vanno pensati prima o rimandati a posteriori?
“Paletti non me ne sono prefissati, ma posso dire che la nostra situazione è migliorata, da quando le società sono subentrate nel femminile. È ancora l’inizio, ma arriverà il professionismo anche in Italia e avremo più tutele”.
Quindi non pensi a Giada Greggi mamma?
“La mia priorità è il calcio, non ho pensato a questo fatto. Penso solo al campo, al calcio e nient’altro”.
Quello della calciatrice una carriera relativamente breve, con un guadagno nettamente inferiori ai calciatori, c’è una sorta di piano B che dovete tenere in conto?
“Devo dire che noi ragazze giochiamo per passione e non per quanto ci viene dato. Giochiamo per la maglia che indossiamo. Piano B può essere rimanere in ambito calcistico, fare l’allenatrice o il vice, entrare in questi ruoli. Parlo personalmente, in futuro vorrei rimanere nel calcio”.
Hai parlato dell’affetto, delle persone, di ciò che trovi intorno. Visto che la squadra inizia per un’idea di James Pallotta e ora ci sono i Friedkin: avete sentito la stessa vicinanza da parte della società?
“La proprietà ci ha fatto sentire il suo appoggio. Tiago Pinto è venuto più volte, Morgan De Sanctis ci è sempre stato molto vicino, ringrazio la proprietà per questo. Sono tutte persone che ci sostengono, sentiamo la loro presenza anche se non sono presenti fisicamente”.
Avete un rapporto con i calciatori?
“In realtà non c’è molto contatto, ci alleniamo in posti diversi. Non abbiamo molto modo di incontrarli, a Trigoria andiamo solo per eventi fotografici o interviste”.
Come ti vedi da qui a qualche anno? La tua carriera potrà definirsi di livello top se...?
“Il top devo ancora raggiungerlo. Il mio obiettivo è quello di migliorare il posizionamento rispetto alla scorsa stagione e cercare di riprenderci la Coppa, personalmente ho l’obiettivo dell’europeo”.
Il 12 dicembre c’è il primo derby in Serie A, ce ne sono stati alcuni ma la Lazio giocava contro la Roma CF, ci sono stati derby in Primavera. Che evento può essere? Può essere considerata una partita salva-stagione o il fatto che voi siete una squadra top e la Lazio è ultima può ridimensionarla a gara da 3 punti?
“Non la vedo come la partita salva-stagione, da romanista il derby è il derby, lo sento già da ora. È normale che quando ti trovi là sono tutte finali, è un derby ed è una finale, puntiamo solo a vincere”.