Atalanta, Zappacosta: "Abbiamo provato a contenere la Roma per poi sfruttare gli spazi a nostro favore"

01.05.2023 17:31 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Atalanta, Zappacosta: "Abbiamo provato a contenere la Roma per poi sfruttare gli spazi a nostro favore"
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“Sarebbe da folli non pensare all’Europa”. Parla così Davide Zappacosta, esterno dell’Atalanta, dopo la vittoria per 2-1 contro il Torino. Un’affermazione che segue quella, altrettanto importante, del lunedì precedente con la Roma. Sei punti che cambiano le aspettative nerazzurre per il finale di stagione. “Noi dobbiamo cercare di fare più risultati possibili, siamo agli sgoccioli, siamo vicini. Allo stesso tempo dobbiamo essere consci che dipende solo da noi, ci sono due o tre squadre molto forti a un paio di distanze, mancano poche gare e c’è poco spazio per gli errori. Non puoi sbagliare più, sei dietro e devi fare più punti possibili”.

Era a Bergamo già dieci anni fa. Le aspettative sono cresciute?
“Sicuramente ce ne sono di più, perché mister e ragazzi, negli anni precedenti, hanno fatto cose straordinarie. Confermarsi per quattro o cinque anni di fila fra le prime fa crescere le aspettative. Ma non si deve perdere il punto di vista che ci sono 5-6 squadre molto forti, l’Atalanta è lì a giocarsela con le migliori d’Italia e non deve essere dato per scontato. È un privilegio. Dietro a tutto questo c’è molto lavoro, niente viene per caso”.

Ora c’è lo Spezia.
“L’obiettivo è vincere, all’andata abbiamo faticato, ma in generale lo abbiamo sempre fatto quando non eravamo concentrati, lucidi, quando non abbiamo affrontato le gare con la giusta concentrazione”.

E poi c’è la Juventus, è la partita chiave?
“Secondo me no, dobbiamo intanto dare continuità a quanto abbiamo fatto nelle ultime settimane. Dobbiamo fare più punti altrimenti non riusciremo a lottare per l’Europa. Ma, ripeto, quelle davanti sono forti”.

Tornando a Torino, sponda granata, il gol era voluto?
“Sì, venivo da un paio di allunghi, prima, che mi avevano stancato un po’. Quando ho saltato l’uomo mi sono detto di provare a fare la cosa più semplice, perché in quel momento era complicato guardare in area per cercare un compagno. Quando non sei lucido meglio evitare la cosa più difficile, tirare era più semplice. Ho calciato sul primo palo e fortunatamente il portiere non l’ha presa”.

Le due vittorie sono state fondamentali per sperare nell’Europa, però molte volte avete alternato cose buone e meno buone.
“Spesso dipende dagli avversari, con la Roma sapevamo di affrontare una squadra molto tecnica, che ti può fare male negli spazi, abbiamo cercato di contenerli per poi sfruttare gli spazi a nostro favore. Contro il Torino era una partita di duelli, maschia, molto difficile, che si giocava uomo su uomo, bisognava vincere più duelli possibili. Veniamo da due ottime partite, erano molto difficili, sono sei punti molto importanti. Se dobbiamo fare un ulteriore salto di qualità bisogna migliorare dal punto di vista tecnico e dal punto di vista della personalità, lavoriamo nel quotidiano e giorno per giorno”.

Che effetto vi fa vedere Fiorentina e Roma in semifinale d’Europa?
“Non giocare le Coppe, dopo tanti anni, è sicuramente qualcosa che ci manca, ma è anche uno stimolo in più per tornarci. Detto questo fa piacere vedere squadre italiane che vanno avanti, che se la giocano in Europa, è una soddisfazione e un privilegio per il calcio italiano. Molto spesso viene sottovalutato, naturalmente non giocare le Coppe ci manca, ma ce la giochiamo con squadre molto forti ogni anno, ci sono 5-6 squadre ogni anno che sono davvero molto forte, un blasone e delle rose molto lunghe, quindi non è facile. Ora si dà per scontato che l’Atalanta deve arrivarci ogni anno, ma è molto difficile perché ci sono molte squadre forti, devi lottare giorno per giorno. Ma anche dando il 100% alle volte non arrivi perché gli avversari ci sono”, le sue parole a tuttomercatoweb.com.

Lei è passato da vari prestiti prima di arrivare in Serie A. Atalanta, Torino, Genoa, di nuovo Atalanta. Cambia giocare in Primavera o con i grandi?
“È completamente diverso, ma ogni giocatore ha il suo percorso da seguire, alcuni sono giovanissimi e sono forti fisicamente, altri devono formarsi caratterialmente e tecnicamente, devono fare un percorso nelle categorie inferiori. Io sono contento del percorso che ho fatto, è stato lungo, di sacrificio, arrivare a giocare in Serie A è stato davvero il coronamento di un sogno, quando ottieni le cose con sacrificio te le godi anche di più. Ma poi ci sono giocatori come Scalvini che magari caratterialmente sono pronto, ha avuto bravura e fortuna perché il mister dà molta fiducia ai giovani, lui ha sfruttato bene”.

Ha avuto vari allenatori… Conte, Gasperini, Ventura, Colantuono.
“Ognuno vive il calcio in maniera diversa, ci sono allenatori che ti danno molto dal punto di vista caratteriale, della personalità, altri che ti danno dal punto di vista tattico. Ti fanno vedere alcune giocate che prima non vedevi, ho cercato di estrapolare da ognuno di loro per crescere”.

Come è il rapporto con Gasperini e la città?
“Bellissimo, poi tornare all’Atalanta per me è stato come tornare a casa, sono andato via quando ero ragazzino e Bergamo mi ha accolto come fossi a casa. Per me era una cosa fondamentale, era un periodo difficile, da ragazzo lasciare casa non è mai semplice. C’è quell’affetto che mi ha fatto integrare subito e farmi esprimere nel migliore dei modi. L’Atalanta mi ha dato l’opportunità di crescere, di dimostrare il proprio valore”.

C’è differenza fra Serie A e Premier?
“Dal punto di vista fisico, c’era di più prima. Il calcio comunque è diventato molto più fisico, in Serie A è più difficile giocare, si è alzato il livello sia tecnico che fisico, le squadre italiane in Europa stanno dando dimostrazione che siamo competitivi”.

La velocità può portare a più errori?
“Sì, il calcio è molto più veloce ma allo stesso tempo più tattico, prima non c’era questa possibilità di studiare gli avversari, i punti deboli, preparare le partite. Ora abbiamo accesso a tutto, si riescono a curare i minimi dettagli, quando giochi contro gli avversari conoscono i punti di forza, sanno come devono affrontarti”.

Qual è il calciatore che le ha lasciato di più?
“Dal punto di vista calcistico ho giocato con molti campioni, al Chelsea, ho imparato tanto da giocatori come Fabregas, come Kanté, ognuno di questi mi ha davvero dato tanto soprattutto dal punto di vista della visione di gioco dell’intelligenza tattica, ne potrei citare tantissimi. Per i rapporti non ce n’è solo uno, ho mantenuto contatti con diversi ragazzi, è anche questo il bello del calcio. Qualcuno può spostarsi andare a giocare altrove, ma i rapporti di amicizia restano”.

Qual è l’obiettivo personale?
“Quello di cercare di fare un finale strepitoso con l’Atalanta, c’è tanta voglia di fare bene in questo gruppo, abbiamo faticato un anno intero dove siamo adesso, cerchiamo di tirare fuori il meglio, poi a fine stagione si vedrà cosa avremo meritato”.

Pensa ancora alla Nazionale?
“Naturalmente ci penso ma so che passa da quello che farò con l’Atalanta”.

Ha trent’anni, cosa farà dopo?
“Non ci ho pensato, mi piace vivere il momento, mi sento bene, giocare a calcio mi dà tanti stimoli, mi fa sentire vivo, la competizione mi piace. Sono assolutamente concentrato sul presente, futuro si vedrà”.