Di Francesco: "Che regalo chiedo alla squadra? I punti contro la Roma"
Eusebio Di Francesco, tecnico del Cagliari Calcio, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni, come riporta TUTTOmercatoWEB.com, durante la conferenza stampa alla vigilia della 14ª giornata della Serie A TIM 2020/2021 contro l'AS Roma in programma domani, mercoledì 23 dicembre, alle ore 20:45 presso lo Stadio Olimpico di Roma (RM):
"I convocati verranno diramati domani mattina dopo l'esito degli ultimi tamponi, mentre è recuperato Tripaldelli che partirà con noi. Potrebbe esserci anche Ounas, vedremo".
Mister, che effetto fa tornare a Roma da avversario?
"È la prima volta per me, però arrivo tranquillo e pensando solo al Cagliari e a come fare bene. Noi vogliamo riprenderci i punti lasciati per strada, attraverso con una grande prestazione: domani sarà fondamentale gli uomini giusti per affrontare una squadra che qualitativamente ci è superiore, per questo dovremo fare una grande partita".
Come stanno Walukiewicz e Godín?
"È possibile per Diego fare due partite di fila, oggi chiederò a tutti i ragazzi di fare l'ultimo sforzo prima della piccola sosta di 4 giorni. Walu farà la rifinitura con la squadra, poi lo valuteremo. Riguardo ai cambi in corsa a livello di sistema, li abbiamo fatti per adattarci all’avversario e sopperire alle difficoltà: penso che non sia una cosa negativa, anzi. Ci sono anche gli avversari, ma la filosofia della squadra non cambia: vogliamo stare alti, l’equilibrio è la capacita è quello che ti permette di mantenere certe distanze e non permettere agli avversari di diventare pericolosi. Le valutazioni non devono essere legate ai risultati”.
Pavoletti-Simeone: è un problema o un lusso?
"Il campo dà sempre le risposte, io son contento di averli a disposizione. Ricordiamoci sempre da dove arriva Leo, ha ritrovato sicurezza e forza, così come Giovanni sta recuperando dopo aver avuto il Covid: ripeto, sono contento di averli entrambi, poi non vedo un problema nell'alternare gli attaccanti".
Nelle ultime partite c’è sempre stato un po’ di rammarico per i risultati.
“Non dobbiamo trovare alibi nel percorso che stavamo facendo, però sono arrivati dei fatti che ci hanno un po’ bloccato. Non siamo stati continui, è un campionato particolare dove con le porte chiuse non esistono partite in casa e fuori casa. Mi hanno detto che se avessimo avuto il pubblico con l’Udinese avremmo vinto la partita. Certo è un periodo in cui potevamo fare meglio. Penso al gol con l’Udinese, un’ingenuità unica su una palla a due. Dobbiamo essere bravi da qui in avanti a non prendere gol in queste situazioni o come nel rigore concesso al 90′ allo Spezia, anche i grandi devono aiutare i più giovani”.
Il Cagliari si sta adattando bene a giocare a 3 dietro: può essere riproposto dall'inizio?
"Nel secondo tempo contro l'Inter abbiamo preso due gol su calcio piazzato, mentre eravamo in sicurezza. Con l'Udinese noi abbiamo avuto chances in cui essere pericolosi, ma la sensazione è stata di avere il predominio sul campo. Già dal 30' pensavo di cambiare modulo, perché non mi piaceva la risposta della squadra".
Sulla Roma le chiedo un flashback sulle sue due carriere nella Capitale, da giocatore e allenatore. Il fatto che non ci sia pubblico aiuta a sentire meno emozione?
"Sono abituato a gestire le pressioni, ma è evidente che torno in un ambiente che mi ha dato tanto e mi dispiace che non ci sia il pubblico. Al di là della semifinale di Champions, mi piace ricordare tutto il percorso: l'aver lanciato Zaniolo al Bernabeu è certamente una soddisfazione, così come lo scudetto vinto da calciatore. Ma non basterebbe un'intervista per ricordare il tutto".
Quanto le manca Ounas, sia come caratteristiche che in ottica turnover?
"Ounas mi manca proprio per le sue caratteristiche, lui e Sottil sono quelli che maggiormente trovano la giocata vincente e rompono gli equilibri. Adam è un giocatore di qualità, che però si è allenato solo ieri a metà con il gruppo: dall'inizio è impossibile, ma a gara in corso chissà. Sicuramente mi mancano questo tipo di giocatori, ma è evidente che serva poi il giusto mix nelle due fasi, anche se non userò più la parola equilibrio, così non la userete nemmeno voi (ride, ndr)".
Cosa differenzia di più la Roma di Di Francesco da quella di Fonseca? E su João Pedro: secondo lei è in una fase di calo?
"Sono squadre diverse. La Roma ora è sotto il 50% di possesso palla e verticalizza molto: dobbiamo stare attenti in quella fase, sono bravi con le ali e anche con i mediani a inserirsi. Che João non stia segnando come prima è evidente, ma dal punto di vista fisico sta bene e lo dicono i dati: è un giocatore che può essere determinante in qualsiasi momento, ora è chiamata anche a fare il centrocampista e magari perde un po’ di lucidità".
Che regalo chiede alla sua squadra dalla partita di Roma?
"Attenzione e malizia: lo spirito non manca, la voglia di far bene c’è, la disponibilità c’è e mancano solo i risultati. Il regalo più grande sarebbero i punti: vorrei che tornassimo a casa con dei punti. La disamina però si fa in maniera differente dal risultato: io devo fare una disamina tecnica, ma è ovvio che i giornalisti si concentrino sui risultati”.