Abraham: "Mourinho mi ha detto che devo essere un mostro in campo. La Serie A è complicata"
L'attaccante della Roma Tammy Abraham, dal ritiro con l'Inghilterra, ha rilasciato un'intervista al Telegraph:
Cosa ti ha insegnato Mourinho in questi primi tre mesi?
"Di essere un mostro. Una delle cose che mi ha detto è che ero troppo buono come calciatore e che devi mostrare aggressività quando diventi un attaccante adulto. Non si tratta sempre di essere gentili sul campo, hai bisogno di carattere, hai bisogno di quella presenza per spaventare i tifosi e penso che questa è una cosa che sto imparando e in cui sto migliorando".
Sulla scelta di lasciare la Premier League per la Serie A con il rischio che Southgate lo perdesse di vista.
"All'inizio era il mio pensiero fisso. Voglio davvero lasciare la Premier? È il miglior campionato e tutti vogliono giocarsi. Hai sempre dei dubbi, ma penso che andare in A e in una squadra come la Roma, che è un grandissimo club...non penso che la gente si dimenticherà di te finché fai il tuo, segnare e giocare bene. Già questo fa parlare di te. Devo solo continuare a fare le cose giuste e come vedi Gareth (Southgate, ndr) tiene sempre un occhio sui giocatori all'estero".
Sull'adattamento a Roma, dove sarebbe stato il titolare e non più la riserva di Lukaku al Chelsea.
"È sempre difficile, trasferirti e calarti in un nuovo paese e in una nuova cultura. Ho pensato che prima mi sarei adattato e prima avrei imparato differenti tipi e stili di calcio. Sono partito per spiccare il volo e auspicabilmente posso mantenere il livello di prestazioni per rimanere in squadra. Certo, pensavo sempre al Mondiale, ma sul serio, io volevo soltanto giocare a calcio. Sono ancora all'inizio della mia carriera e ho sentito il bisogno di andare fuori e giocare per migliorare e raggiungere i massimi livelli e spero di continuare a migliorare".
Sulla tripletta di Kane in Inghilterra-Albania.
"Fenomenale. Sono tutti estremamente felici per lui, anche in panchina, ogni volta che segnava. Dimostra che è uno dei migliori al mondo. È davvero qualcuno a cui mi ispiro e spero possa farne tanti altri. Io sono uno che crede sempre in se stesso e devi essere pronto perché nel calcio può accadere di tutto. Per quanto mi riguarda, devo cercare di essere sempre pronto. Ovviamente i calciatori possono affrontare momenti negativi e infortuni, ma come calciatore devi essere pronto ogni volta che si presenta l'opportunità".
La Serie A?
"Non mi aspettavo che potesse essere così difficile. I calciatori sono molto intelligenti e per il modo di giocare in Italia la difesa è molto importante. Quindi per me si trattava di capire anche l'altra parte. In Inghilterra siamo abituati ad attaccare, attaccare, attaccare e devo imparare l'altra strada, come rompere le difese avversarie. Fa parte del processo di apprendimento e puoi vederlo con Lukaku e gli altri, che sono andati all'estero e sono tornati in Inghilterra, per me è questione di migliorare me stesso".