Calvo: "Lo Schalke 04 incassa dal settore commerciale il triplo della Roma, c'è molto da recuperare. La Nike ha avuto la fortuna di siglare l'accordo in un momento difficile per noi"

Calvo: "Lo Schalke 04 incassa dal settore commerciale il triplo della Roma, c'è molto da recuperare. La Nike ha avuto la fortuna di siglare l'accordo in un momento difficile per noi"
© foto di Luca d'Alessandro
domenica 7 aprile 2019, 13:30Interviste
di Andrea Cioccio

Il Sole 24 Ore oggi in edicola riporta alcune dichiarazioni rilasciate dallo Chief revenue officier della Roma, Francesco Calvo. Eccole di seguito: «Lo stadio è un asset essenziale per plasmare brand, senso di appartenenza e una community. Ma la Roma è già una piattaforma ideale per le partnership internazionali. La scelta di questo posizionamento è stata coraggiosa da parte della proprietà. Per anni la Roma l’ha pagata rinunciando a uno sponsor di maglia. Adesso sulla divisa giallorossa compaiono Qatar Airways e Hyundai e per il trainingkit c’è Betway. Con Nike la maglia della Roma vale più di 20 milioni a stagione. Certo Nike ha avuto la fortuna di siglare l’accordo in un momento difficile per la Roma e versa ogni anno soltanto 5 milioni. I risultati potrebbero aiutarci a rivedere qualcosa. A ogni modo, se lo Schalke 04 incassa dal settore commerciale 90 milioni, il triplo della Roma, significa che c’è molto da recuperare. Il merchandising? Abbiamo 6 negozi, alcuni di proprietà altri in franchising. Avere un maggiore controllo sull’area licensing potrà aiutarci molto.

Essere a contatto con i nostri tifosi, negli store fisici e digitali, ci permetterà di conoscere meglio le loro esigenze e “profilare” la nostra fan base. La Juve dopo aver fatto questa mossa ha triplicato le entrate da questa voce. Il Barcellona da negozi e licensing ottiene circa 7 milioni. Siamo convinti che se ne gioverà anche il nostro bilancio. L'espansione sui social? Dopo una nostra iniziativa social che aveva a oggetto la maglia della Nigeria durante i mondiali russi ci siamo infatti accorti che eravamo diventati molto popolari lì. Così abbiamo deriso di dialogare meglio con quel Paese e i suoi 200 milioni di abitanti e appassionati di calcio. Ecco, vogliamo essere “dirompenti”e fuori dagli schemi per creare empatia verso i nostri colori. Per questo dai nostri account parliamo soprattutto di ciò che c’è intorno alle partite. La proprietà non ha lesinato investimenti. Soltanto la media house conta 70 addetti».