De Rossi: "Se non fossi diventato calciatore, avrei fatto dieci ore di macchina per seguire la Roma". VIDEO!
Queste le parole di Daniele De Rossi in un'intervista rilasciata a Ginnika:
Come sono fuori dal campo?
“Seguo la moda, non è un’ossessione. Mi piace vedere la gente legata a questi mondi”.
Qual è il tuo stile?
“Mischio un po’, talvolta la cravatta, talvolta i jeans. Il nostro lavoro ci porta a vestirci in un certo modo. Io non posso non mettermi le Snickers, sono fondamentali per me”.
Gli Stati Uniti d’America?
“È una mia grande passione, in breve tempo ci sono andato più volte, lì mi sento a casa anche se non ci abito. Non è che faccia tappe studiate a tavolino, sono stato anche in Giappone”.
Che esperienza è stata il Giappone?
“Esperienza forte, ora che c’è la sosta a gennaio ci rivado. Il Giappone mi ha veramente colpito, è particolare dal punto di vista della moda, è un viaggio che consiglierei a chiunque”.
Che rapporto hai con il basket?
“Non sono tifoso di alcuna squadra, però mi piace vederlo, seguo meno partite rispetto a quando ero piccolo. In America l’NBA è vissuta in maniera diversa dal calcio italiano, è uno show. Per uno come me che del risultato non interessa niente, è veramente bello”.
Il calcio è diventato un po’ spettacolo…
“Forse sono negato, la penso in maniera diversa perché sono di un’altra generazione, non sono legato a queste iniziative. Uno come me è un pochino restio a fare determinate cose, la tendenza del calcio è che tra 10-15 anni sarà simile all’NBA. Per fortuna che tra poco smetterò di giocare”.
Il rapporto con la TV?
“Guardo le serie tv ma non il calcio, giusto le partite che possono interessare alla Roma per gufarle (ride, ndr). Seguo alcune serie tv in lingua originale”.
Ti senti un punto di riferimento per uno stile particolare?
“Sento una piccola responsabilità, su come devi proporti al mondo esterno, noi fuori Trigoria dobbiamo dare l’esempio perché ci sono sempre tanti ragazzini che ci aspettano e li influenziamo, dico loro di imitare Nainggolan per quello che fa in campo. Quando ero piccolo non me ne fregava nulla delle marche, io abito in centro e vedo ragazzini in file di centinaia di metri per gli articoli sportivi. Se penso ai miei figli vorrei che seguissero con dedizione ciò che li appassiona, pur restando nei limiti dell’equilibrio. I ragazzi di oggi sono sportivi, io ho una passione per il calcio e per la Roma, se non fossi diventato calciatore, avrei fatto dieci ore di macchina per la Roma in trasferta. Chi fa tre ore di fila in negozio, può pensare che chi va in trasferta è uno scemo (ride, ndr)”.
Creare una linea d’abbigliamento?
“Sarebbe una responsabilità importante, dovrei competere con personaggi di spicco importanti, mi limito a osservare e comprare, non sono uno stilista”.