Conferenza stampa – Ranieri: “Dybala lo vedo oggi per la prima volta. Con il Napoli sarà una partita bella e difficile. Abbiamo la possibilità di rialzarci”
Presso la sala Champions di Trigoria, Claudio Ranieri ha tenuto la conferenza stampa per presentare la sfida di domenica contro il Napoli. Come di consueto, Vocegiallorossa.it ha seguito l'evento con una diretta testuale.
Come stanno Hummels e Dybala? Possono partire titolari?
“Dybala l’ho visto oggi per i primi venti minuti, fatemi parlare con lui e con i fisiotrapisti. Non so quanti allenamenti deve fare prima di essere disponibile. Hummels già si era allenato con me. È stato male ad inizio settimana ma oggi ha fatto tutto l’allenamento, per cui mi lascia sereno nel decidere come voglio”.
Come si affronta il Napoli di Conte?
“Prima che iniziasse il campionato dissi che Conte sarebbe arrivato primo o secondo. È una squadra in tiro, che sta facendo bene. Ci sarà una partita bella e difficile. Sarà difficile per noi ma anche per loro”.
Che idea si è fatto della squadra?
"Adesso come adesso mi viene difficile rispondere. I giocatori sono validi. Credo che quando inizi a perdere entri in una spirale negativa. Il mio lavoro è quello di ridare fiducia a loro e di farli credere nei loro compagni. Poi è logico che sono le partita a contare. Fare risultati in sequenza aumenta la fiducia e l’autostima. La qualità c’è e la squadra è una buona squadra, che va supportata da me e da tutti quelli che gli stanno dietro, compresi i tifosi. I tifosi sono l’anima di una squadra, per cui ora sta a noi tirarceli dietro con ottime prestazioni e voglia di far vedere chi siamo”.
Dybala?
"Sicuramente dobbiamo aiutare il ragazzo, se ha questo fastidio va risolto, questo è poco mi assicuro. Se poi tutto evidenzia che non c'è niente, bisogna scandagliare ancora di più come mai lui avverte questo dolore. Noi stiamo facendo tutto il possibile affinché lui sia disponibilissimo. Io ci ho parlato in questi giorni, lui è sempre positivo, propositivo, però io sono uno di quelli che non vuole rischiare il proprio giocatore. Io preferisco perdere un giocatore per una partita, ma non per un mese. Abbiamo tre partite in sequenza, tutte e tre belle. Vediamo, voglio parlare con lui e capire quello che mi può dare".
Lei è Harry Potter chiamato a fare magie?
"Io ringrazio i tifosi della fiducia accordatami, perché sono state incredibili le manifestazioni di affetto e di stima che ho avuto, li ringrazio. La pressione, ce l'ho sempre avuta. Guai se non avessi la pressione. Se non sentissi la pressione, non avrei scelto di tornare. La squadra ha bisogno di tutti. Ha fatto male, ha fatto peggio e adesso deve tornare a fare quello che è capace di fare. No, non serve un mago, serve una persona normale. Serve una persona normale che gli dia fiducia e piano piano si risolvono i problemi del malato, se la squadra è malata. Io, dove sono stato, ho sempre cercato di portare il bambino che è in me e di tirar fuori il bambino che è dentro di loro. Noi facciamo un mestiere meraviglioso, l'abbiamo scelto, l'abbiamo sognato da bambini, adesso ce l'abbiamo in mano e dobbiamo fare di tutto per ritornare indietro e cercare di giocare con quell'entusiasmo del bambino. Non siamo più bambini, siamo adulti, vaccinati, abbiamo delle responsabilità verso chi ci paga, verso tutto il popolo giallorosso, per cui noi dobbiamo dare tutto. Poi si può giocare bene o si può giocare male, questa è gente che ha giocato bene, per cui sa come si fa e devono farcelo vedere. Il discorso è molto semplice, certo che se uno è malato non è che dall'oggi al domani diventa sano, per cui abbiamo degli step da fare e siamo pronti a farli insieme, compatti, uniti, tutti quanti: io, società, presidenza, tutto lo spogliatoio, tutti quanti noi e sono convinto che anche il pubblico ci starà dietro, ci darà una mano".
Dovbyk come sta?
"Benissimo, mi ha detto che non ha problemi, che sta bene e tutto ok".
Pellegrini?
"Da capitano deve saper reagire, si reagisce. Quando si cade la cosa più bella è vedere come ti rialzi, con che voglia, con che determinazione. È un ragazzo un po' introverso per essere romano, si tiene tutto dentro. Noi romani siamo più aperti, lui invece ne soffre dentro, però ecco, deve saper reagire alle avversità. Sono convinto che reagirà".
Juric disse di aver trovato uno spogliatoio triste. Lei che spogliatoio ha trovato?
"Se lui l'ha trovato triste, immaginate io! No, per questo ho parlato del bambino che c'è dentro di loro. Per questo gli ho ricordato come eravamo tutti. Io se faccio questo mestiere ancora è proprio perché dentro di me ho quel sogno, no? E voglio che loro tirino fuori il sogno che avevano da bambini. Glielo ho detto, facciamo il lavoro più bello del mondo. Ci pagano, ma che volete di più? Ci sono delle difficoltà, benissimo. Solo chi cade può rialzarsi e noi abbiamo la possibilità di rialzarsi".
Se la Roma dovesse giocare a tre in difesa, c'è la possibilità di rivedere Cristante centrale?
"Cristante può anche giocare lì, perché no? Ma se c'è Hummels, perché devo giocare con Cristante? Non lo so, tante volte l'allenatore fa delle mosse che sembrano strane, però lui sta tutti i giorni con i giocatori, sa quello che può chiedere, quello che gli possono dare, o per far recuperare un giocatore. Non è che io ho detto questo non può giocare lì e poi ce lo faccio giocare. Il calcio è talmente vario, cambia da un giorno all'altro, che noi allenatori dobbiamo essere sul pezzo per essere pronti. È come adesso, magari voi vorreste sapere se gioca a quattro, a cinque, a tre, ma ormai tutte le squadre cambiano. E Napoli come gioca? Come gioca Napoli? 4-3-3? Guardatelo bene. Cinque e mezzo. Quattro e mezzo (scherza ndr)".