Dopo tanti allenatori cambiati, adesso a essere cambiati devono essere i calciatori

16.12.2024 17:15 di  Luca d'Alessandro   vedi letture
Fonte: Il podcast di Luca d'Alessandro
Dopo tanti allenatori cambiati, adesso a essere cambiati devono essere i calciatori
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Se una rondine non fa primavera, una vittoria neanche. Eppure, le vittorie contro Lecce e Braga, arrivate con gol e prestazione, aggiunte al fatto che Ranieri sulla panchina della Roma è sinonimo di qualità, avevano fatto, in un certo senso illudere, che il peggio fosse ormai alle spalle. Potrebbe essere ancora così, perché, a essere ottimisti si può considerare la sconfitta contro il Como come dovuta a una fase di assestamento, una sorta di turbolenza prima di di spiccare il volo. 

Tuttavia, la situazione attuale è un'altra. Una realtà che vede la Roma dodicesima, a soli 2 punti dalla retrocessione. Troppo cruda come realtà? Forse, ma in una stagione dove a dicembre si sono seduti ben 3 allenatori, che qualcosa non vada è abbastanza evidente. Facendo un po' di conti, una sorta di riassunto della puntate precedenti: con De Rossi la Roma ha ottenuto 3 punti in 4 partite di Serie A, con Juric 10 punti in 8 partite e Ranieri ha fatto, fin qui, lo stesso score che è costato il licenziamento all'ex numero 16, con una differenza: Ranieri ha vinto 1 partita e perse 3, De Rossi aveva pareggiato 3 partite, perdendo contro l'Empoli in casa. 

Fin qui a pagare è stato in primis De Rossi, generando tutto il malcontento piazza/giocatori che ha portato al fatto che Juric non sia mai stato preso con un vero e proprio mister, ma come un supplente non ben voluto. L'alibi derossiano, l'alibi croato, l'alibi... Prima o poi i nodi vengono al pettine e gli alibi per i calciatori sono terminati. A quanto pare se ne è accorta la società, complice pure lei per un calciomercato in cui sono arrivati calciatori poco performanti, eccezion fatta di Koné

I Friedkin hanno scelto Ranieri per il presente e il futuro e da qui non si scappa. Perché a meno di clamorosi colpi di scena (e si entrerebbe nel grottesco), il tecnico di san Saba è l'unico punto fermo della sfera tecnica. 

Gli altri, i calciatori che vanno in campo e fin qui hanno vinto appena 4 partite in Serie A (con 8 sconfitte e 4 pareggi), sono ormai tutti, chi più, chi meno, con la valigia pronta.

Le difficoltà del calciomercato di gennaio sono però evidenti. La prima sta nel fatto che sia sempre difficile trovare giocatori in grado di far compiere il salto di qualità alla squadra. La seconda difficoltà è legata al fatto che, dopo aver speso tanto in estate, i Friedkin dovrebbero nuovamente intervenire in maniera significativa dal punto di vista economico. La terza sta nel fatto che se si vuole fare cassa, giocatori con delle performance come quelli della Roma avranno il costo del cartellino al ribasso. Fondamentale sarà il ruolo di Ghisolfi, lo stesso dirigente che, finora, non è riuscito a costruire una squadra all’altezza delle aspettative.