L'avversario - Come colpire il Venezia di Di Francesco

08.02.2025 13:55 di  Alessandro Carducci   vedi letture
L'avversario - Come colpire il Venezia di Di Francesco
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Sarà il Venezia di Eusebio Di Francesco ad affrontare la Roma nella 24ª giornata di campionato.

SITUAZIONE QUASI DISPERATA E VERTICALITÀ  – I lagunari sono penultimi in classifica con appena 16 punti conquistati finora, 3 in più del Monza ultimo in classifica, a 5 punti dalla zona salvezza. In più, durante il calciomercato invernale, il club veneto ha ceduto il proprio cannoniere, Pohjanpalo, che ha ricevuto un’importante offerta dal Palermo, difficile da rifiutare, come affermato dal club stesso in una nota. Il Venezia ha il quart’ultimo attacco e fatica sia a segnare, sia a creare occasioni con il 3-5-2 di Di Francesco. I lagunari prediligono attacchi diretti e vogliono giocare sempre in verticale, tipico dello stile di gioco dell’ex allenatore della Roma. Dai e vai, uno-due, tagli di zemaniana memoria e rapidità caratterizzano il gioco del Venezia, ma i tanti errori tecnici ed errori individuali ostacolano la fluidità del gioco.

PRESSING – Il Venezia cerca di disturbare la manovra avversaria con una buona pressione. Prima della gara del girone di andata, che si è disputata lo scorso settembre, il Venezia era addirittura quarto per contrasti nell’ultimo terzo di campo, statistica nettamente diminuita ormai (il Venezia è 14° ni questa particolare classifica), segno di un atteggiamento un pochino mutato e un pochino più prudente.

DISTURBARE LA MANOVRA VENEZIANA – Mancando un attaccante strutturato, l’obiettivo della Roma potrebbe essere quello di pressare alto gli avversari per costringerli al lancio lungo, così come fatto dall’Udinese nell’ultima giornata di campionato, con i veneziani che hanno buttato molti palloni lanciandoli lunghi senza possibilità di raccoglierli.

DOUMBIA – Un calciatore in grado di dare il cambio di ritmo in mezzo al campo è Doumbia, mezzala destra che, ricevuta palla, può dare degli strappi partendo palla al piede (come fa talvolta Koné, per intenderci).