Conferenza stampa - De Rossi: "Dybala è convocato. Quello che dovevo dire l’ho detto alla società e a Paulo. Dispiace per gli insulti sui social”. VIDEO!
Alle ore 14:30 si è svolta all'interno della sala stampa di Trigoria la conferenza di Daniele De Rossi, tecnico della Roma, per presentare la sfida di domani contro il Cagliari. Come di consueto, Vocegiallorossa.it ha seguito LIVE l'evento, fornendovi la trascrizione delle sue parole.
Come sarà gestita la vicenda Dybala
"Non ci sono indisponibili, mi sembra. Leo Paredes giocherà con la primavera visto che è squalificato, perché è rientrato un po' più tardi e ha bisogno di giocare qualche minuto. Siamo contenti di avere questo sostegno da parte del nostro settore giovanile, giocherà x minuti che abbiamo già deciso. Il resto sappiamo che ci sono, abbiamo sentito che c'è qualche cosa, abbiamo sentito che si è parlato un pochino ma viene, Paulo sta con noi, tutti quanti i giocatori. Tanti altri giocatori hanno delle situazioni aperte di mercato e viene con noi, non ci sono problemi, è convocato".
Hai fatto quattro mesi e mezzo da allenatore della Roma, adesso inizia una stagione intera. Più volte nel precampionato hai parlato della preparazione, di come hanno lavorato i ragazzi, hai parlato di idee ben precise. Quali sono le tue speranze e le tue ambizioni?
"Sono le speranze e i sogni di altri otto, nove, dieci allenatori che bene o male lotteranno negli stessi obiettivi su per giù, chi più chi meno. Spero di continuare a vedere questo entusiasmo e questa dedizione al lavoro che hanno avuto i ragazzi in tutto il precampionato. La prima fase era piena di ragazzi giovani, che ci hanno dato una mano grande perché con la loro qualità hanno tenuto il livello dell'allenamento alto nonostante ci fosse comunque differenza. L'ultima parte è stata fantastica, abbiamo lavorato insieme, vorrei poter dire che quelli che ci sono oggi sono gli stessi che ci saranno il 2 settembre, ma sappiamo che non è così per nessuna squadra. Andremo a rilavorare su quello che abbiamo fatto anche in futuro, ma il sogno è di riuscire a riportare questa squadra il più in alto possibile, e secondo me la direzione mentale anche dei giocatori per ora, per quello che ho visto è ineccepibile".
L'allenatore De Rossi come valuta l'eventuale perdita di Dybala a livello tecnico-tattico esclusivamente di calciatore, e al tifoso come si fa a far digerire?
"Tu non mi puoi chiedere di fare il tifoso a me, io non sono più un tifoso, lo sono, lo sarò sempre".
Un messaggio magari si può dare?
"Il messaggio è quello che io cerco di fare sempre. Cercare di trattare con delicatezza degli argomenti che per un tifoso sono vitali. se tu parli della cessione di un giocatore a mia madre o a una persona che non è tifosa, ok va bene, se ne parli con i tifosi sai che per loro questi giocatori sono legati a momenti belli, momenti indimenticabili, momenti brutti ma che comunque hanno unito qualcosa a quel giocatore e forse solo uno più di me sa cosa significa cosa essere più legati qui dentro a un popolo. Quindi quello che posso fare io è cercare di parlarne con delicatezza, e quello che posso fare invece da allenatore è cercare di non parlarne quando si tratta solo di, come avete detto, avete sentito delle voci, dei rumors. Io non posso commentare dei rumors, delle voci o delle negoziazioni, o delle chiacchiere. Primo perchè non sono stato presente, non sono stato parte in causa di queste discussioni. Secondo perché ho una partita importante domani, quindi io non devo entrare nel merito. Penso che domani lo farà Paulo e spiegherà cosa è successo in questi giorni. A livello tecnico Paulo è un giocatore forte, l'ho detto due mesi fa, Paulo è sempre stato un giocatore forte e rimane un giocatore molto forte".
Avrà sentito dire che non è più al centro del progetto tecnico.
"Io quello che diovevo dire l'ho detto alla società e l'ho detto a Paulo. Sono sempre presente con i miei giocatori, l'ho detto spesso anche con quelli che dovevano partire, con quelli che volevano delle rassicurazioni. Io parlo sempre con tutti, dico sempre le cose in faccia e finora sta funzionando per quantoi riuguarda il rapporto umano, poi stop. Non posso più andare oltre, quello che dovevo dire l'ho detto a chi lo dovevo dire e sicuramente anche alla società. Qui alla Roma nessuno è più importante della Roma, questo è un concetto importante, che l'altra volta le mie parole sono state un pochino travisate stranamente dopo che le ho dette. Niente e nessuno è più importante della Roma stessa e io non ho nessun interesse secondario, obbligo di silenzio, io voglio solo fare la squadra forte. A me una cosa interessa, la squadra forte. Una cosa mi salva me, gli allrnatori, squadra forte, risultati buoni. E poi dopo il resto si mette a posto. Squadra forte, risultati buoni. Giocatori forti e risultati buoni, solo quello m'interessa. Se qualcuno ha piacere a buttarla su altri temi io non devo neanche rispondere. Mi dovrebbero conoscere un pochino, io sto qui per fare una grande carriera da allenatore, per fare una grande stagione con la Roma, il mio obiettivo è solo quello. Far sì che la Roma il giorno che la lascerò sarà più forte, in una posizione di classifica superiore a quella che ho trovato".
Soulé come si è inserito? Come lo valuta? Qual è il tasso di pericolosità di questo giocatore nei meccanismi di De Rossi?
"Il tasso di pericolosità del giocatore lo dice un po' quello che ha fatto l'anno scorso, a volte ci limitiamo a valutare il fatto che abbia giocato in una squadra che è retrocessa o il fatto che non lo so ci aspettavamo un giocatore che facesse, che avesse fatto 40 gol. Un giocatore che in cinque sei statistiche, sai queste che piacciono a noi quando diventiamo un po' nerd più che allenatori, che guardiamo il dato singolo, degli Under 23 mi sembra è uno dei primi in tutte le statistiche: assist, dribbling fatti, riusciti, tentati, pensati. Assist fatti, i passaggi chiave, passaggi filtranti, quindi quella è la pericolosa la sua. Poi non dovremmo essere bravi a metterlo a suo agio, ma parlando di lui parlerei anche di tutti gli altri ragazzi che si sono inseriti bene. Si stanno facendo trovare pronti e anche una menzione per quelli che c'erano l'anno scorso, anche quelli che hanno avuto poco spazio, si stanno allenando bene, stanno tenendo il livello di questa squadra alto.
Come si concilia la perdita del giocatore più forte del campionato con l'avere una squadra forte?
"Io penso in questo momento neanche un dirigente possa parlare di queste cose, appunto perché sono voci, appunto perché sono qualcosa in più di qualche voce e magari invece il 2 settembre ne parleremo e ne parlerò pure io tranquillamente. Ne parlerà il giocatore interessato, ne parlerà la società ma adesso non è che io non voglio parlare di questa cosa perché è un tabù o perché c'ho paura di sbagliare. Perché adesso quando è in questa fase, che non si sa che forma abbia, non si vede parlare di queste cose e credo anche di gente farebbe fatica a dirgli qualcosa che ancora non è compiuta. Credo che anche Paulo farebbe fatica a dirvi qualcosa, per una cosa che non è compiuta. Se si compierà, se non si compierà il 2 settembre lo sapremo e se ne parla tranquillamente. Per quanto riguarda me non è che ho bisogno di una persona che parli che parli di determinate cose, vorrei parlare di meno per come sono fatto. Mi conoscete da quando ero giocatore e io facevo un intervista all'anno, una conferenza stampa all'anno e poi mi vedevate a fine partita se ero stato il migliore in campo o se avevamo perso perché erano quelle circostanze in cui io parlavo in conferenza e non mi piace parlare così tanto spesso. Oggi capisco che sia un po' più succulenta la conferenza, ma altrimenti le conferenze prepartita secondo me sono totalmente inutili perché noi facciamo sempre un po' di pretattica e quindi parlarei di meno, ma non di un argomento particolare e non che ci sia bisogno di avere una figura di non lo so... una figura comunicativa eccetera eccetera. Poi tu mi dici domani ci sarà una figura che può parlare ai tifosi e si chiama Tizio Caio Sempronio e valutiamo questa persona e magari sarei anche contento di abbracciarla, ecco. C'è un esempio, una squadra che 24 mesi fa ha venduto Fabian Ruiz, Koulibaly, Insigne e Mertens che erano 4 giocatori, probabilmente nessuno più forte di Paulo, ma alla fine il Napoli ha vinto lo Scudetto. A volte le squadre, anche perdendo pezzi forti, si ricostruiscono e rinascondo in maniera insapettata o magari a livello tecnico grazie ai tecnici".
Prima ha detto che domani Paulo parlerà e spiegherà vorrei un attimo capire.
"Ho detto un domani forse, non domani (ride)".
Ha percepito un pensiero dei tifosi attorno a derterminate scelte della società?
"Non so a che operazione ti riferisca, il discorso Bonucci si lega più alla delicatezza di una società, di un allenatore. Un giocatore può avere un certo valore per i tifosi. Ho fatto spesso e volentieri scelte che sono mie. Io credo che loro analizzino i giocatori, li guardino, non pensano che si fidino completamente, ciecamente così su ogni giocatore, però poi alla fine li ho scelti io, il direttore e a livello tecnico le scelte sono state fatte in questo senso. Come tutti i mercati in altre squadre penso ci sia qualche presidente che mette proprio bocca immagino, ma qui ci lasciano carta bianca. Fermo restando che alcune volte il primo obiettivo lo puoi prendere, il secondo sfuma, il terzo vuole troppo magari vai a scendere. Il consenso popolare non l'ho percepito, forse la gente ha piacere che la gente sia contenta qui a Roma. Ero più contento quando qualche qualche giorno fa quando non prendevo insulti sui social eccetera eccetera ma dobbiamo lavorare e io per quanto mi riguarda delle delle convinzioni tecniche".
C'è ancora un reparto, una caratteristica che manca a questa squadra? Quanto ancora si può fare sul mercato?
"Io ieri ho fatto un discorso alla squadra e allora gli ho detto che il momento è particolare, qualcuno può essere distratto, qualcuno può essere confuso, qualcuno può essere appunto attirato da altre discussioni, per favore andiamo a Cagliari, pensiamo a Cagliari, prepariamo questa settimana come se fosse la squadra già ad ottobre e si sta giocando la partita importantissima e pensiamo solo a questo. Ho detto addirittura che se qualcuno non se la fosse sentita, che fosse stato distratto poteva tranquillamente parlarmene e lo avrei accettato. Se io continuo a parlarti, io facevo la conferenza e parlo due ore di mercato sto facendo il contrario di quello che ho chiesto di fare a loro, soprattutto tutto il ruolo dove non è mai giusto dirlo qui è giusto dirlo alla società come ho fatto, è giusto dirlo a qualche giocatore che deve sapere, deve prepararsi. Perché ogni tanto penso ancora al giocatore, non glielo dico al 30 agosto. Un giocatore che prenderò uno in un suo ruolo cerco di diiglielo prima, però qui non è non è carino perché poi se quella caratteristica quel giocatore non arriva è evidente che quello che rimane a coprire quello lì era un qualcosa o qualcuno di non voluto da parte mia quindi tutto l'anno poi non è un buon inizio con questa etichetta addosso. Poi le caratteristiche che chiedo ai giocatori sono sempre le stesse, ha parlato l'altro anno aprile a marzo a maggio bene o male sono queste quindi fatevi un'idea".
Su Dovbyk.
"Guarda, le caratteristiche di Dovbyk non solo così tanto distanti da quelle di Romelu, c'è qualche anno di esperienza diversa alle spalle, c'è una carriera diversa alle spalle ma bene o male come caratteristiche giocatori non andiamo completamente a cambiarlo. Non abbiamo preso un falso nove, abbiamo preso un finalizzatore ed attacca bene lo spazio benissimo spazio molto veloce ,forte, abbastanza pulito nei controlli del disimpegno e decisivo dentro l'area, lo ha dimostrato negli ultimi due campionati che ha fatto e le consegne bene o male sono quelle. Poi dopo di partita in partita, di strategia noi andiamo a cambiare qualcosina, ma stiamo cercando di fargli capire cosa vogliamo dall'attaccante e stiamo cercando di non dargli troppe indicazioni, perché la prima parte del ritiro mi sono accorto che ai nuovi dicevo troppe cose. Volevano fare dieci cose insieme e quindi abbiamo diminuito un pochino il numero di consegne per cercare di farli focalizzare su quello che è fondamentale. Anche perché sono tutti i giocatori molto intelligenti. Abbiamo abbassato i carichi, così anche come per gli altri nuovi.
Gli insulti social?
"Non è piacevole, io gli do poco peso anche se poi socialmente ne hanno tanto, la maniera di parlare di ineragire è diventata un modo di fare quasi quotidiano, anche se in quel quotidiano non lo direbbero ma non perchè sia spavantoso o un pericolo. Ma se vai per strada e vedi qualcuno che ha venduto un giocatore o che ha perso una partita, non gli auguri un tumore o gli dici che gli deve morire la famiglia. Adesso sorrido, sono cose che per dieci minuti, mezz'ora ti danno fastidio, poi fai il calcolo intanto, 100 sono tanti, 100 così sono brutti, ma se fai il calcolo di quanti sono i romanisti fondamentalmente sono pochi. Apri pure la foto di chi ti ha scritto, a volte sono quattordicenni, quindicenni, a volte sono dei subumani mai visti quindi uno lascia correre perché chi preferisce quelle parole soprattutto dietro la tastiera non è degno di troppo interesse. Per il resto sì mi dispiace, spero sempre di essere amato. Sapevo quando sono venuto qui che si poteva incrinare un pochino quello che è stato da calciatore però insomma anche da calciatore abbiamo vissuto momenti a volte delicati. Di base io non sono mai stato amato e protetto e coccolato come mi è successo con i tifosi della Roma, ma allo stesso tempo nessuno mai m'ha fatto male come hanno fatto male alcuni tifosi a Roma, anche negli anni in cui giocavo qua, laziali, juventini, napoletani, nessuno. Quindi poi è insito nella nella natura dell'uomo, sappiamo farci voler bene e sappiamo voler bene ma sappiamo anche odiare, ogni tanto me lo ricordano. Non penso sia cambiato qualcosa tra me e i romanisti, magari qualche risultato buono aiuterà a riportare il sereno pure con quelli che si divertono sui social".