Ranieri: "Vincere l'Europa League o la Coppa Italia? Dobbiamo lavorare, poi tireremo le somme. Il prossimo allenatore? Non faccio nomi"

18.01.2025 21:45 di  Marco Campanella  Twitter:    vedi letture
Ranieri: "Vincere l'Europa League o la Coppa Italia? Dobbiamo lavorare, poi tireremo le somme. Il prossimo allenatore? Non faccio nomi"
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Dopo l'anticipazione emersa nella giornata di ieri, durante la puntata odierna di Dribbling su Rai Sport è andata in onda l'intervista integrale a Claudio Ranieri. Ecco le parole del tecnico della Roma

Il suo ritorno?
"Non avrei mai pensato di tornare alla Roma, pensavo di aver finito". 

Ha rifiutato tante squadre in questi mesi.
"Le richieste ci sono state, ho detto di no. Poi ho pensato che qualora fossi tornato sarebbe stato per Cagliari e Roma, ma non lo avrei augurato. Da tifoso, non sono contento, ma almeno sono tornato a casa". 

Come sta andando la guida della Roma?
"Dobbiamo essere pratici e determinati, abbiamo tanto da lavorare. Sono contento, i ragazzi mi seguono". 

Ha dei segreti?
"Non li ho, spero di entrare in feeling con la squadra così da farla lottare al massimo". 

Gli obiettivi?
"La Roma non è stata costruita per la metà classifica, ma per lottare per traguardi più importanti. Non so se ci riusciremo, ma ora serve continuità per favorire il lavoro del prossimo allenatore". 

Il suo futuro e quello della Roma?
"Il club cercherà un nuovo allenatore capace di portare la squadra nell’élite del calcio italiano ed europeo, ovvero dove la presidenza desidera: hanno speso tanti soldi e vogliono la Roma ai primi posti. Una volta si vince, una volta si arriva in Champions. A fine stagione smetto di allenare, è il momento di dire basta”.

Montella o Allegri per il futuro della panchina della Roma?
"Non faccio nomi, più ne vedo sui giornali e meno li prendiamo in considerazione". 

Come vive la partita?
"C'è chi trasmette la partita in una maniera e chi in un'altra. A me piace parlare più negli spogliatoi, per essere più tranquillo in panchina". 

Il ricordo su Gianni Di Marzio?
"Andando via dalla Roma, sono andato a Catanzaro. Senza di lui non avrei mai fatto il calciatore: lui riuscì a capirmi e a vincere la Serie B, fino alla Serie A. Poi, mi portò al Catania e riandammo in Serie A. Mi ha fatto iniziare ad allenare, ho solo bellissimi ricordi". 

Cosa vuole dire ai tifosi?
"Di starci vicino, come sempre. I ragazzi lottano e cercheranno di renderli orgogliosi, è ciò che chiedo". 

Vuole un trofeo in questa stagione?
"Non possiamo pensare di dire che vinceremo l'Europa League, la Coppa Italia, vinciamo questo o vinciamo quello. Noi possiamo dire che lavoreremo seriamente per cercare di fare il massimo. A fine stagione tireremo le somme e vedremo che punto avremo raggiunto". 

Ha sempre una signorolità ormai insolita nel mondo del pallone.
"Sono me stesso, sono un libro aperto. Entriamo dentro milioni di case e serve più responsabilità per il calcio".

Lei è proprio sicuro che sarà la fine della sua carriera?
"Sono contento della mia carriera, è ora di finirla (ride, ndr)".