Settantasette giorni col pensiero sbagliato

21.08.2023 19:50 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Settantasette giorni col pensiero sbagliato
Vocegiallorossa.it

Settantasette giorni fa si giocava Roma-Spezia e Tammy Abraham si infortunava al legamento crociato, e per settantasette giorni il problema principale, o comunque quello a cui più si pensava, in previsione della prima giornata della Seria A, era quello dell’attaccante titolare. Un pensiero non certo campato per aria, ma che si è reso sempre più grande al passare dei giorni, ingigantendosi a tal punto dal nascondere tutte le rimanenti questioni da risolvere, giacché stiamo parlando di una squadra che ha concluso l’ultimo campionato al settimo posto sul campo.

In Roma-Salernitana quello che doveva essere il primo problema si è rivelato l’ultimo: Andrea Belotti ha segnato due gol, concettualmente tre, con il terzo (che poi era il primo) annullato per un’irregolarità tanto giusta da segnalare quanto casuale nella sua occorrenza e ha giocato probabilmente la sua migliore partita in maglia giallorossa (anche se ci voleva poco, va ammesso). Tutto ciò che ha costretto ai giallorossi di lasciare due punti sul campo dell’Olimpico va ricercato in altro, in aspetti che, almeno dall’esterno, fino a oggi non si erano visti e poco si potevano vedere, visto lo scarso livello dei test giocati dalla Roma nella sua preseason.

La difesa era, e presumibilmente è ancora il punto di forza nella versione mourinhana della Roma e oggi ha incassato un gol, il primo, in cui è caduta abbastanza ingenuamente in una piccola trappola tesa dall’attacco della Salernitana, che ha permesso a Candreva di fare quel che ha voluto nella sua zona di campo preferita, vale a dire tra le linee di centrocampo e attacco; la seconda rete dell’87 ospite è sì una magia assoluta, ma anche in quel caso Cristante è stato un po’ morbido nel cadere nella sua finta. Più errori puntuali che di concetto, perché oltre a queste due occasioni la squadra di Paulo Sousa ha tirato una sola altra volta, ma comunque debolezze che sono state pagate ben più di quanto si è pagato davanti.

Salendo di qualche metro, il centrocampo ha dato intensità per poco tempo, comunque meno di quel che ci si potesse immaginare, e lo ha dimostrato l’impatto dell’ingresso di Leandro Paredes e Renato Sanches, che hanno passato un’estate intera ad allenarsi a parte e che hanno dato al finale di gara una importante sferzata, con l’argentino autore di un assist e il portoghese che ha messo in campo un dinamismo e una padronanza del pallone che da queste parti non si vedevano da un po’ di tempo. I calci piazzati sono stati la solita arma ben carica, mentre le fasce le solite zone di quasi totale aridità: nulla che già non sapessimo.

Insomma, ci si è preoccupati della cosa sbagliata per oltre due mesi e questa, tutto sommato, è paradossalmente una buona notizia; lo è meno aver lasciato due punti in un modo non dissimile da quanto accaduto negli ultimi anni. L’attaccante arriverà, sebbene potrà pure non farlo per sabato prossimo come ha detto Tiago Pinto, altre cose però vanno migliorate presto.