Francesco Totti e l’AS Roma: storia di un grande amore

Francesco Totti e l’AS Roma: storia di un grande amoreVocegiallorossa.it
© foto di Image Sport
Oggi alle 16:00Altre notizie
di VG Redazione

Ci sono calciatori che lasciano il loro segno in una partita. Altri, in una stagione. Sono pochissimi quelli che segnano una generazione. E poi c’è Francesco Totti, che ha segnato la storia di una squadra, di una città e del calcio italiano.

Capitano, simbolo, leggenda: in 25 anni di carriera con l’AS Roma, Totti non è stato solo un numero 10, ma un’icona vivente, capace di influenzare profondamente ogni dimensione del club.

Dal primo gol in Serie A nel 1994 all’ultima standing ovation all’Olimpico nel 2017, il suo percorso ha influenzato non solo il mondo sportivo, ma anche quello economico e culturale. Ha portato milioni di tifosi allo stadio, venduto magliette in tutto il mondo, resistito a offerte faraoniche per rimanere fedele alla sua città.

Analizzeremo con dati di smartbettingguide.com, fatti e curiosità come Francesco Totti abbia trasformato l’AS Roma dentro e fuori dal campo, diventando molto più di un calciatore: una bandiera, un'istituzione, un’idea.

Un campione eterno: i numeri di una carriera leggendaria

Francesco Totti ha vergato indelebili nella storia dell’AS Roma con numeri che parlano da soli. In 25 stagioni consecutive con la stessa maglia, un record di fedeltà rarissimo nel calcio moderno, ha collezionato 785 presenze ufficiali, segnando 307 gol e fornendo innumerevoli assist. Nessuno nella storia giallorossa ha indossato quella maglia più volte o ha segnato di più: Totti è il miglior marcatore e il giocatore con più presenze della Roma di tutti i tempi.

In Serie A ha messo a segno 250 reti, secondo solo a Silvio Piola nella classifica dei marcatori all-time del campionato. Ma c’è di più: tutte queste reti sono state realizzate con un’unica squadra, un record assoluto per il massimo campionato italiano. Totti è anche il terzo giocatore con più presenze nella storia della Serie A, alle spalle di Gianluigi Buffon, Paolo Maldini, e il più giovane ad aver indossato la fascia da capitano della Roma, a soli 22 anni.

I suoi gol non sono stati solo tanti, ma spesso decisivi. Memorabile il gol di controbalzo che aprì le marcature nel Roma-Parma del 17 giugno 2001, partita che portò lo scudetto atteso da 18 anni. E che dire dei derby contro la Lazio? Totti ne ha giocati 37 in Serie A, segnando 11 volte – un record anche questo. L’esultanza con la maglietta “Vi ho purgato ancora!!!” e il selfie sotto la Curva Sud dopo una doppietta nel 2015 sono momenti entrati nella memoria collettiva del calcio italiano.

Lontano dalla retorica, la grandezza sportiva di Totti si misura così: con costanza, fedeltà e una qualità cristallina, lungo un arco temporale che pochi altri sono riusciti a mantenere ai massimi livelli. Un fuoriclasse che ha fatto grande la Roma restando sempre nella capitale.

Totti e la Roma: un connubio che vale milioni

L’influenza di Francesco Totti sull’AS Roma non si limita alle sue gesta sul rettangolo verde. Il suo nome, il suo volto e la sua maglia hanno generato ricavi enormi per la società, trattandosi del calciatore più redditizio della storia del club. La maglia numero 10 con il nome “Totti” è rimasta per anni la più venduta nello store ufficiale della Roma, ben oltre i confini della Capitale. Persino dopo il suo ritiro nel 2017, il club ha deciso di continuare a commercializzarla: la richiesta era così alta che sarebbe stato controproducente eliminarla dal catalogo.

Il legame emotivo tra Totti e i tifosi si è sempre tradotto in ritorni economici concreti. Un esempio su tutti? Il 28 maggio 2017, giorno della sua ultima partita ufficiale con la Roma, contro il Genoa. In poche ore furono polverizzati quasi 70.000 biglietti per lo Stadio Olimpico, registrando il tutto esaurito e un incasso superiore a 2,5 milioni di euro, il più alto della stagione. Non era una finale, né una sfida scudetto: era l’addio di un simbolo, ed è stato l’evento più atteso dell’anno per i romanisti. Tutti volevano esserci per salutare il Capitano. Mai prima di allora una partita “di fine campionato” aveva avuto un tale impatto in termini di pubblico e guadagni.

Anche gli sponsor ne hanno tratto beneficio. Durante la carriera di Totti, il valore commerciale della Roma è cresciuto costantemente, raggiungendo secondo Brand Finance nel 2014 una valutazione di oltre 108 milioni di dollari, in forte aumento rispetto agli anni precedenti. La sua immagine, riconosciuta e amata, ha permesso al club di attrarre nuovi investimenti, sponsor e visibilità mediatica. Lo stesso Totti è stato nominato ambasciatore di Digitalbits, sponsor principale della Roma nel 2021, segno che il suo volto, anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, continua a essere un valore aggiunto per la società.

In sintesi, la presenza di Totti ha contribuito ad alimentare un’economia sentimentale e commerciale: il pubblico lo amava, e l’amore del pubblico si traduceva in numeri, incassi, e visibilità. Nessuna strategia di marketing avrebbe potuto fare meglio del suo semplice esserci, con quella maglia addosso.

L’eredità fuori dal campo: beneficenza e riconoscimenti pubblici

Se in campo Francesco Totti ha incantato con i piedi, fuori dal campo ha lasciato un’impronta fatta di generosità e impegno sociale. Il suo ruolo è andato ben oltre quello del “semplice” atleta: Totti è diventato un ambasciatore di Roma nel mondo, non solo per i suoi gol, ma per il modo in cui ha rappresentato la città e i suoi valori.

Dal 2003 è ambasciatore dell’UNICEF per l’Italia, ruolo che ha ricoperto partecipando a campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi per l’infanzia. Ha prestato la sua immagine per numerosi progetti benefici, spesso lontano dai riflettori. Uno degli episodi più emblematici è legato a una donazione anonima da 60.000 euro a un ospedale pediatrico per la cura di bambini affetti da tumore: un gesto che venne svelato solo tempo dopo, testimoniando quanto l’altruismo fosse per lui una cosa naturale, non da ostentare.

Nel corso degli anni, la città di Roma ha reso omaggio al suo Capitano in vari modi. Nel 2015, in occasione del suo 39º compleanno, l’ATAC mise in circolazione mezzo milione di biglietti dell’autobus con il suo volto, un onore solitamente riservato a Papi o eventi storici. Murales, striscioni e persino torte commemorative nei bar di quartiere hanno accompagnato ogni suo compleanno o traguardo speciale.

Il momento forse più emozionante è stato il suo addio al calcio giocato (già citato più in alto). Al termine dell’ultima partita con la Roma, Totti ha letto una lettera scritta di suo pugno e dedicata ai tifosi, tra lacrime, applausi e silenzi carichi di significato. Quelle parole, semplici e sincere, hanno toccato un’intera generazione: “Ora mi tolgo questa maglia per l’ultima volta. Non sono pronto per dire basta... Ho paura. Non è come tirare un rigore. Qui c’è la luce che si spegne.”

In quel momento, non si ritirò solo un giocatore: fu la fine di un’era. E in quel silenzio pieno di emozione c’era tutta l’eredità di un uomo che, con umiltà e passione, si era fatto portavoce di una città intera.

La Roma post-Totti: nostalgia ed eredi

Quando Francesco Totti si è tolto la maglia per l’ultima volta, il 28 maggio 2017, non è uscito solo un calciatore dal campo, ma si è perso un pezzo d’identità della Roma. Da quel momento, il club ha dovuto affrontare una delle sfide più complesse della sua storia recente: andare avanti senza il suo simbolo.

Dal punto di vista sportivo, trovare un erede è stato (ed è tuttora) un compito proibitivo. In questi anni si sono alternati capitani e leader tecnici, ma nessuno ha incarnato lo spirito romanista come Totti. Daniele De Rossi ha dato continuità emotiva, prima di lasciare anche lui la squadra nel 2019. Altri, come Pellegrini, hanno ereditato la fascia, ma con l’inevitabile confronto con un’ombra troppo grande per chiunque.

Anche il tentativo di coinvolgerlo nella società nel ruolo di dirigente non ha avuto il successo sperato. Dopo due stagioni da dirigente giallorosso, Totti ha rassegnato le dimissioni nel 2019, denunciando pubblicamente di essere stato escluso dalle decisioni più importanti. Un’uscita amara, che ha spezzato, almeno temporaneamente, il legame con il club, ma non ha mai incrinato il suo rapporto con i tifosi.

In fondo, la Roma post-Totti vive ancora sospesa tra la nostalgia e la ricerca di una nuova identità. Ogni giocatore che indossa la maglia giallorossa viene inevitabilmente confrontato con il Capitano. Ogni gol decisivo, ogni esultanza sentita, richiama alla mente quel numero 10 che per un quarto di secolo è stato la Roma.

Il vuoto lasciato da Totti non è solo tecnico, ma emotivo, simbolico, generazionale. E colmarlo, probabilmente, non sarà mai davvero possibile. Perché uomini così nascono una volta sola ogni 50-100 anni.

La legacy di Francesco

Francesco Totti non è stato soltanto il capitano dell’AS Roma. È stato la sua anima, il suo volto, il suo cuore pulsante. Per 25 anni ha incarnato ogni sfumatura del romanismo: la passione, la sofferenza, la gioia, la fedeltà. I numeri, come ci insegnano gli analisti di smartguide, sono importantissimi: oltre 300 gol, record su record, e un legame indissolubile con la tifoseria; ha influenzato la Roma non solo in campo, ma anche nei bilanci, nell’immagine pubblica e nel cuore di milioni di persone.

Ha rifiutato palcoscenici più blasonati, ha scelto di restare dove il suo nome aveva un peso che nessun trofeo internazionale avrebbe potuto eguagliare. E in quella scelta, in quella costanza rara, sta la sua grandezza.

Oggi, il numero 10 della Roma è più di una maglia ritirata: è un’eredità che abbraccia più generazioni. I bambini che oggi tirano calci a un pallone nei campetti di periferia crescono ascoltando i racconti di chi ha visto “er Pupone” giocare. E anche se non lo hanno vissuto, lo sentono come parte della loro storia.