A Genova nessuna insidia nascosta: intensità e identità per vincere fuori casa
La liturgia del calcio vuole che la partita di domenica contro il Genoa nasconda tante insidie: la verità è, invece, che queste insidie non sono nascoste per niente. Il ritorno dalla sosta per le nazionali, una classifica da migliorare rapidamente e l’impegno in trasferta sono elementi piuttosto chiari, per cui non c’è da aspettarsi nulla di comodo nel primo lunch-match della stagione romanista.
In particolare, le difficoltà della Roma nel giocare e ottenere risultati fuori casa (per la terza volta in quattro partite, un caso davvero raro) è stato uno degli argomenti più in voga nella scorsa stagione, con dei guai che erano stati momentaneamente risolti ma che poi sono riemersi al moltiplicarsi degli impegni e all’aumentare delle rotazioni. L’ultima partita giocata “per intero” e vinta in trasferta in campionato risale al 2 marzo, quando il successo sul campo del Monza chiuse una serie di tre affermazioni consecutive lontano dall’Olimpico. Poi solo la vittoria in due atti contro l’Udinese a interrompere una serie ancora aperta di 7 incontri fuori casa senza vittorie, che hanno frenato la rincorsa della Roma alla Champions League nella scorsa stagione.
Il tema è grosso modo quello dello scorso anno: per vincere fuori casa bisogna sapersi imporre ma anche saper soffrire, mettere in campo intensità e una precisa idea di gioco, cosa che con Mourinho accadeva raramente e con De Rossi ha cominciato ad accadere altrettanto raramente, con una brillantezza che è mancata a Cagliari - non solo per colpe sue - e una partita di Torino impostata per evitare di fare danni e, se fosse stato possibile, provare il colpaccio.
A Marassi sarà già il primo bivio della stagione, perché rinviare per la quarta volta consecutiva l’appuntamento con il primo successo potrebbe avere importanti effetti negativi e, al contrario, vincere sul campo del Genoa - nonostante il fresco successo dell’Hellas Verona - potrebbe non essere la cosa più semplice da fare, proprio pensando al non lusinghiero record in trasferta giallorosso. Servirà ciò che è mancato e che il mercato, nelle sue ultime battute, ha almeno in parte portato, per costruire (più velocemente del preventivato) una propria identità con cui cercare di azzerare la differenza tra le partite all’Olimpico e quelle fuori casa.