Tanto tuonò che piovve poco: Mourinho parla, ma non straparla

09.08.2023 12:36 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Tanto tuonò che piovve poco: Mourinho parla, ma non straparla
Vocegiallorossa.it

Un’intervista di cinque pagine su uno dei più importanti quotidiani sportivi nazionali, il Corriere dello Sport, curata dal suo direttore, Ivan Zazzaroni, con il quale José Mourinho ha scritto un libro: questo annuncio, unito alle difficoltà che la Roma sta avendo nel reperire un centravanti e, perché no, alla prova non certo esaltante che i giallorossi hanno fornito contro il Tolosa, aveva lasciato in qualcuno anche un po’ di paura, non tanto che lo Special One minacciasse magari un addio o altro a mezzo stampa, ma che, in un contesto a lui totalmente favorevole, dicesse cose che comunque avrebbero avuto un punto di non ritorno e che avrebbero aggiunto problemi in un momento già complicato.

Tanto tuonò che piovve poco, perché le ventinove colonne in cui Mourinho si racconta e racconta la sua esperienza alla Roma contengono cose senz’altro interessanti e risposte a domande che in molti avrebbero posto al tecnico giallorosso, ma niente che possa modificare in negativo gli equilibri. Neanche in quel passaggio che può far intravedere qualcosa, quello in cui il tecnico parla di un suo tentennamento nel “costruire dei bambini” perché si trova nel suo ultimo anno di contratto: nell’ultimo anno di contratto, però, ci si trovava anche prima di questa intervista, e di rinnovo non se ne è parlato né fuori, né dentro. Mourinho non smentisce di non aver avuto contatti con la proprietà per mesi, ma questa è una cosa che è stata più volte raccontata, non è niente di nuovo rispetto a quanto sapessimo ventiquattr’ore fa. 

Parlando di mercato, Mourinho, comunque, una cosa la mette in chiaro: “Anche se arrivasse Mbappé la settimana prossima, sarebbe comunque in ritardo”. Quello dell’attaccante è un problema assolutamente risaputo, e per come si è formato, con il settlement agreement - definito “terribile” - da rispettare, più infortunio di Abraham che impedisce di liberarsi del suo costo, arrivare a un ritardo non era un’ipotesi così improbabile, e infatti Mourinho questo ritardo si limita a segnalarlo più che lamentarsene. O comunque facendolo nei termini in cui lo farebbe qualsiasi allenatore che vuole portare acqua al suo mulino: normali dinamiche tra tecnici e società.

“È sbagliatissimo sostenere che sia in guerra con la proprietà”: e proprio perché tra Mourinho e i Friedkin non c’è una guerra, il portoghese si sente libero di sottolineare come non sia stato appoggiato dall’alto dopo l’episodio che sembrava fosse con Taylor ma che non Taylor, a suo dire, non era, dopo aver accettato di fare da parafulmine per i fatti in aeroporto. “Se l’UEFA o Taylor chiedono scusa ai tifosi della Roma, io critico il comportamento all’aeroporto e chiedo scusa”: quell’adesione al tecnico si sarà certamente rinsaldata dopo queste parole, e sarà un’arma importante anche nella sua terza stagione giallorossa. I tifosi saranno i suoi alleati anche se quella guerra dovesse scoppiare e questa intervista è stata un'ulteriore occasione per assicurarsene.

Tornando al rapporto con la società, Tiago Pinto “vuole le sue stesse cose, sicuro”. Magari non sarà così, ma in ogni qui c’è senz’altro la lucidità di non concedere cose da non concedere in questo momento: basta confrontare queste parole con quelle che disse in conferenza stampa a Budapest, quando magari era di suo maggiore interesse rispetto ad ora “stimolare” proprietà e dirigenza. Il rapporto con lui "non è una cosa nuova" ed è l'unica cosa

L’ultimo macrotema su cui c’era curiosità è quello degli arbitri: “Mi sento molto meglio quando parlo di UEFA e meno di Italia. In Italia mi sono sentito aggredito, hanno violato la mia libertà di uomo di calcio”. In questo passaggio Mourinho parla addirittura di “paura”, salvo poi ritrattare in “fastidio”: come sempre questi temi si prestano a una doppia interpretazione, da una parte chi appoggia il tecnico e magari si rivede anche in lui, dall’altra chi gli darà della vittima, posto però che l’episodio Chiffi, citato nella risposta successiva con un parallelo a Orsato-Modric, a interpretazioni si presta veramente poco.

Qualche curiosità svelata, qualche concetto già espresso in precedenza, un po’ di storia della sua carriera: quel che voleva dire Mourinho lo ha detto, probabilmente nelle prossime ore si gireranno e si rigireranno le sue parole, ma i fatti quelli erano prima delle sue parole e tali sono rimasti dopo. Perché, alla fine, contano sempre quelli.