Frosinone-Roma 0-3 - Scacco Matto - L'errore, l'intelligenza e il coraggio di cambiare
LE SCELTE - Daniele De Rossi sorprende tutti e schiera il 4-2-3-1, con Cristante e Paredes in mezzo al campo mentre Baldanzi, Azmoun ed El Shaarawy agiscono dietro a Lukaku.
Di Francesco risponde con il 4-3-3 con Mazzitelli regista, Brescianini interno destro e Gelli interno sinistro, con la licenza di allargarsi molto e di alzarsi. Soulè e Reinier danno supporto a Kaio.
PRESSING ALTO - Il Frosinone parte subito forte e presa a tutto campo la squadra giallorossa. Spinti dai propri tifosi, i ciociari mettono in seria difficoltà la Roma, anche a causa delle iniziali scelte di De Rossi.
IL PRIMO ERRORE DI DE ROSSI - Il tecnico giallorosso ha così commesso il primo errore da quando siede sulla panchina giallorossa. Come ammesso da lui stesso nel post partita, ha voluto azzardare cambiando modulo e inserendo Azmoun al posto di un centrocampista. A centrocampo, sono così rimasti Paredes e Cristante, sovrastati (più Cristante di Paredes) dal Frosinone, con El Shaarawy che ha provato a dare una mano in fase di non possesso, senza grossi risultati. Il problema è stata la difficoltà nell'uscita del pallone. Senza un centrocampista come Pellegrini, e con Azmoun le cui caratteristiche sono così diverse dal capitano giallorosso, il giropalla è stato praticamente impossibile. Nel primo tempo, si è così vista una brutta copia della Roma mourinhana, con diversi lanci lunghi senza una chiara idea dietro. Anche perché l'idea non era certo quella di lanciare lungo ma i capitolini non riuscivano a fare altrimenti.
L'INTELLIGENZA E IL CORAGGIO - Solo chi non fa non sbaglia. Tradotto: gli errori li commettono solo coloro che agiscono. De Rossi, così, dopo aver agito inizialmente male ha corretto il tiro e, nella ripresa, ha nuovamente agito, questa volta bene. Mostrando, tra l'altro, anche coraggio. Ha avuto il coraggio di togliere Lukaku, stanco e fuori giri, per inserire Pellegrini. L'intelligenza è stata quella di tornare sui propri passi, riproponendo il 4-3-3, mentre il coraggio l'ha avuto sostituendo Lukaku. La decisione è stata corretta, anche per consentire al belga di rifiatare un po', ma finora non era mai accaduto che la Roma rinunciasse a lui, soprattutto con la gara ancora aperta. Intelligente anche la sostituzione di Huijsen: giovane, preso di mira dal pubblico e ammonito dopo il gesto nei confronti dei tifosi. Il secondo cartellino era nell'aria e il tecnico giallorosso ha preferito evitare rischi.
RIPRESA - Nel secondo tempo, la musica è stata totalmente diversa: merito della Roma, con Pellegrini che ha aiutato molto in fase di palleggio e costruzione, mentre Azmoun ha potuto fare ciò che sa fare meglio, e cioè l'attaccante, venendo incontro e attaccando la profondità. Merito, però, anche del calo fisico del Frosinone, che aveva speso tantissimo nel primo tempo e che, mentalmente, aveva preso una batosta con il gol di Huijsen al termine di 45 minuti nei quali - bisogna ammetterlo - avrebbe meritato di più. A quel punto, la Roma è stata bravissima a gestire la gara e a metterla prima al sicuro, con i due gol, e poi in ghiaccio gestendo le forze e mostrando una maturità notevole, nonostante le poche settimane con De Rossi.