Servette-Roma 1-1 - Scacco Matto - Il modulo fluido e la mancanza di cattiveria
La Roma non va oltre il pari in casa del Servette, complicando notevolmente il cammino verso il primo posto nel girone.
LE SCELTE - José Mourinho deve fare a meno di Mancini, non al meglio dopo la gara di domenica scorsa, e arretra nuovamente Cristante sulla linea difensiva, insieme a Llorente e Ndicka. A centrocampo, Celik ed El Shaarawy agiscono larghi con Paredes e Bove in mezzo al campo. Aouar gioca più avanti, sulla stessa linea di Dybala, dietro a Lukaku.
Il Servette rispode con un 4-4-2 con Stevanovic, Cognat, Ondoua e Bolla a formare la linea mediana mentre Kutesa gira attorno a Bedia.
PRESSING - Come previsto, i padroni di casa partono subito forte cercando di mettere pressione alla Roma, con i giallorossi che impiegano qualche minuto per prendere le misure.
4-2-3-1 - A volte, in fase di costruzione, la Roma si mette assume una postura più simile al 4-2-3-1, con Celik più basso rispetto ad El Shaarawy e più facilmente, quindi, sulla stessa linea di Llorente, Cristante e Ndicka, che scivola spesso sull'out sinistro. Tutto per permettere a El Shaarawy di trovare spazio, considerando le attitudini offensive del suo dirimpettaio, Stevanovic. Il piano funzionerebbe anche ma il Faraone si fa trovare a volte impreciso mentre, in altre occasioni, è bravo a mettere palloni pericolosissimi in mezzo, che i compagni non riescono a sfruttare.
A centrocampo, Paredes e Bove provano a occupare bene tutti gli spazi, lasciando Aouar più libero in avanti. Il francese, però, non sfrutta l'ennesima occasione e gioca senza rabbia, senza grinta, senza mordente, senza concentrazione, sbagliando molte giocate alla sua portata.
SPAZIO TRA LE LINEE - Il Servette, inizialmente, tenta di fare male attaccando lo spazio dietro a Bove e Paredes e trovando spesso l'uomo libero in quella posizione.
LUKAKU-CENTRICA - La Roma, invece, si mostra sempre più dipendente da Lukaku. Gol a parte, il belga è capace di trasformare palle innocue e difficili da gestire in occasionissime da rete. Basta dargli il pallone, lui mette il fisico, apre gli alettoni, addomestica la palla, si gira e - il bello viene qui - ha anche la lucidità per vedere e trovare l'uomo libero con un preciso filtrante. Attaccante e trequartista in un corpo solo. Peccato, solo, che i compagni (Dybala in particolare) non siano in vena di segnare e sbaglino occasioni anche facili.
INTENSITÀ E ATTITUDINE - Si potrebbe poi parlare di come il Servette, spesso, si sia spaccato in due con 5 giocatori a difendere e 5 ad attaccare ma nulla ha importanza quando mancano l'atteggiamento e la concentrazione adeguata a una gara europea. Come sottolineato da Mourinho a fine gara, se si entra in campo nella ripresa in quella maniera il problema è più profondo di un semplice schema.