Intelligenza tattica, qualità e sacrificio: ecco come Pellegrini punta a prendersi la Roma
In estate non aveva brillato ma, si sa, il calcio d'agosto lascia il tempo che trova ed è utile solo ad occupare il tempo in attesa dell'inizio dei campionati. Contro il Verona, Lorenzo Pellegrini ha avuto la sua occasione ed è sceso in campo con una fame che dimostra la sua voglia di giocare, la sua voglia di essere utile e di essere protagonista. Nelle grandi squadre il concetto di titolarità è molto volubile. Tra campionato, coppe, infortuni, squalifiche e picchi di forma è difficile avere un 11 ben definito e definitivo. Pellegrini, d'altronde, è considerato tra i giovani più interessanti nel panorama italiano e non è un caso che il Milan abbia fatto di tutto per averlo. Pellegrini ha invece preferito la sua Roma, anche perché è convinto (a ragione) di poter giocare tanto. Complice uno Strootman in forma non eccellente e grazie, soprattutto, alle sue qualità, sta facendo di tutto per potersi ritagliare uno spazio maggiore. Già il fatto di conoscere a memoria il credo di Di Francesco è un vantaggio. Premettendo l'evidente difficoltà del Verona, non si può non sottolineare la grande prova dell'ex Sassuolo sabato sera.
Partiamo dalla fase difensiva, che teoricamente non dovrebbe essere il suo punto forte. Pellegrini ha intercettato più palloni di tutti, insieme a De Rossi, e ha vinto più contrasti di tutti (statistica curiosa, questa, dato che non è il suo forte). Proprio da un suo recupero palla ha preso il via l'azione che ha portato al gol di Nainggolan. Tra l'altro, il recupero palla è avvenuto su una situazione di rimessa laterale del Verona, conseguenza di un pallone intercettato proprio da Pellegrini. A dimostrazione dell'aggressività e dello spirito di sacrificio in fase di copertura, il centrocampista romano è stato il più falloso tra i calciatori giallorossi (seguito sempre da De Rossi). Il suo lavoro sporco è più efficace nella metà campo avversaria, rispecchiando così l'identità offensiva di Di Francesco, mentre nella propria metà campo a volte fatica nel rincorrere gli avversari. Quando ha il pallone tra i piedi poi dà il meglio di sé: destro o sinistro cambia poco. Quando si abbassa per prendere palla ha il tempo di ragionare e di scegliere l'opzione migliore, quando danza nella metà campo offensiva, pressato e raddoppiato, non si scompone e gestisce il traffico con un passaggio di prima a smarcare il compagno. Sembra facile, a vederlo dalla tribuna. Dalla posizione di mezz'ala, si allarga spesso e volentieri sfruttando il taglio dell'esterno oppure si butta direttamente in area per ricevere palla. Dargli il pallone è quasi sempre un'ottima scelta: con il 93% di precisione nei passaggi (come Borja Valero e Pjanic, per dire) dimostra la sua abilità nello scegliere la soluzione migliore. Contro il Benevento sarà molto probabilmente riconfermato, complice anche il turno di riposo che sarà dato a Nainggolan, e potrà continuare a mettere in difficoltà Di Francesco.