La normalizzazione di Dybala è un vantaggio per la Roma?
Qual è il peso specifico di Paulo Dybala in questa Roma? Una domanda che se fosse stata fatta due stagioni fa, la scorsa stagione o a metà luglio sarebbe stata scontata: Dybala è il calciatore più forte della rosa. Motivo per cui quando ha trattato con l'Al-Qadsiah nella capitale giallorossa è calato il buio, motivo per cui l'annuncio social, con il quale il numero 21 ha annunciato il rifiuto di tanti milioni per rimanere nella Roma, è stato accolto in maniera estremamente gioiosa, con un gruppo di tifosi euforici a festeggiare davanti casa dell'argentino. Ci sono due realtà diverse al momento: una legata all'affetto, l'altra al campo. Quello che conta è il secondo aspetto. La trattativa tra Dybala e l'Arabia viene dopo che DDR gli ha detto che non sarebbe stato più al centro del progetto o De Rossi ha escluso la joya perché era in procinto di andar via? Probabilmente tutte e due.
Ora l'allenatore ha il diritto di fare tutte le scelte che ritiene migliori per raggiungere l'unico scopo che accomuna tutti: vincere. L'allenatore è colui che ha il quadro generale della situazione e come spesso succede, se la situazione precipita è lui il primo a pagare. De Rossi ha tra dichiarato tra l'altro che ha scelto di accettare la sfida come allenatore della Roma per mettersi in gioco, visto che sarebbe potuto rimanere totem a vita (probabilmente lo resterà anche quando smetterà di sedere sulla panchina giallorossa), e di voler intraprendere questa carriera basandosi sul proprio credo, senza dover essere populista nella scelte.
Quella di una Roma in cui Dybala ha una maglia assicurata è una di queste scelte. Eppure, prima di tutta la vicenda araba, Dybala stava vivendo una sorta di seconda vita, visto che con l'arrivo di Soulé, la qualità della joya e un mister devoto al bel calcio, l'ipotesi de la joya falso nueve era diventata quasi una soluzione a tutti gli effetti. Poi la panchina contro l'Everton, la panchina contro il Cagliari, la maglia da titolare contro l'Empoli (dove eccezion fatta per sparuti striscioni non c'è stato il bagno d'amore dello stadio per chi ha preferito la Roma ai milioni arabi come ci si poteva aspettare), la panchina contro la Juventus. A cui va aggiunto come Dybala sia stato messo in discussione.
Difficile immaginare come nelle altre squadre il giocatore più forte possa non essere considerato un titolare. La mossa di Soulé a Torino è stata valutata come una mossa per dare maggiore equilibrio. Meglio la corsa di Soulè rispetto alla tecnica di Dybala. In campo il numero 18 non ha brillato (e non lo ha fatto neppure Dybala), ma sostanzialmente mandare in campo uno dei due alternativamente non è stato questo accorgimento tattico eclatante. Non si è scelto di sacrificare Dybala per un centrocampista o un terzo difensore.
Quando si è a un bivio e si sceglie di percorrere una strada, si creano nuovi percorsi che portano a nuovi incroci dove prendere conseguentemente nuove decisioni. La scelta di una Roma non più Dybala-centrica ha portato, finora, a una squadra che ha segnato appena 1 gol. Certo ha preso parecchi pali, 2 di questi merito proprio del numero 21. La scelta di una Roma non più Dybala-centrica ha portato a non aver perso contro la Juve e aver perso contro l'Empoli in casa.
Il discorso però non è finito, perché ci sono almeno altre due situazioni da analizzare. Magari Dybala è stato "distratto" dalla trattativa araba e ha avuto un calo di forma che ha portato De Rossi a mandare in campo Soulé (un po' come l'aver fatto fuori Paredes per Pisilli) e quindi non c'è nessuna normalizzazione in atto per Dybala. In caso contrario la domanda è la seguente: la normalizzazione di Dybala è un vantaggio per la Roma? Si è parlato in queste due stagioni, dove la squadra non è entrata in Champions passando dal campionato, ma che in Europa è stata protagonista e senza Taylor avrebbe vinto l'Europa League grazie a un gol proprio di Dybala, di come la Joya fosse uno di quei giocatori che avevano trovato la propria dimensione (che è sinonimo di rendimento) in una piazza come Roma, dove si sentiva coccolato e al centro del progetto tecnico, lo stesso motivo per cui, proprio a Torino, aveva perso lo smalto.
Il campionato si è detto che per molte squadre, Roma compresa, iniziava da dopo la sosta. Chissà se inizierà una nuova stagione anche per Dybala...