A Porto con in testa la lezione di Milano

11.02.2025 22:40 di  Gabriele Chiocchio   vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
A Porto con in testa la lezione di Milano
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È stato detto in più e più modi: il doppio confronto col Porto è ciò che rimane per tenere viva questa stagione in termini di ambizioni. Le dichiarazioni sull’obiettivo Europa in campionato suonano un po’ come qualcosa di dovuto e si scontrano con una realtà che racconta come servirebbe una media punti quasi intonsa da qui alla fine per avere veramente possibilità di tornare a giocare le coppe il prossimo anno.

Lo scenario del do Dragao è simile a quello di San Siro della settimana scorsa, sebbene, anche per il solo fatto che si gioca su due partite e non su una, non perfettamente sovrapponibile. E ciò che più ha lasciato delusi di quanto accaduto contro il Milan è la sensazione che in quella serata la Roma si stesse giocando la gara della vita solo a parole, perché poi sul campo non si è neanche tentato di andare oltre i problemi che hanno contribuito a rendere questa annata più che negativa, non si è visto quello sforzo in più dovuto anche all’essere quasi spalle al muro, senza più alcuna prospettiva.

La Roma degli ultimi anni è stata una squadra, come si suol dire ora, “copetera”: in Europa League ha tirato fuori energie, motivazioni e anche una qualità che nella quotidianità del campionato, per tante ragioni, non si sono visti, ma anche lì la situazione era diversa, perché l’impegno domestico aveva comunque un fine da raggiungere e finiva, paradossalmente, per tenere alta la tensione anche per le sfide a eliminazione diretta. Per ora gli impegni di Serie A non sono stati tralasciati e, anzi, la Roma in questo momento ha la media punti più alta della sua annata, e forse è per questo motivo che Ranieri a Venezia, contro una squadra dei bassifondi della classifica, ha comunque limitato le rotazioni.

L’umore è tornato alto dopo il secondo successo esterno consecutivo in campionato e in Portogallo c’è di nuovo la chance di dimostrare come questa squadra valga più di quanto ha fatto finora, anche in Europa. Quel che ci si aspetta è che questa energia non venga dispersa, ma convertita in tutto quello che non si è visto a Milano una settimana fa: il precedente ancora fresco (e sportivamente doloroso) può e deve essere una lezione da tenere bene a mente, perché non ci saranno più esami di riparazione. Centottanta minuti per guadagnarne altri centoottanta e così via, eventualmente, fino a Bilbao: nella stagione della Roma non c’è altro di più.